L’elevata tossicità trovata nel sangue di questi grandi predatori costituisce un importante feedback sullo stato degli ecosistemi marini, non solo in termini di estinzione, ma anche come indicatore di probabili implicazioni per gli esseri umani.
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Marine Pollution Bulletin afferma che gli squali bianchi sono capaci di sopravvivere con livelli di mercurio e piombo nel sangue spaventosamente alti. I risultati della ricerca suggeriscono che l’organismo di questi squali sia dotato di un particolare meccanismo di protezione che attenua gli effetti nocivi dell’esposizione ai metalli pesanti. I livelli tossici di mercurio, arsenico e piombo trovati nel sangue di 43 esemplari analizzati al largo delle coste del Sudafrica ucciderebbero la maggior parte degli animali esistenti, ma sembrano non avere alcun effetto su questi grandi pesci predatori. Gli scienziati sono rimasti sorpresi nel non trovare anomalie nella conta dei globuli bianchi o altri potenziali indicatori di cattiva salute negli animali esaminati. La resistenza di questi animali, però, non è comune alle loro prede, anzi la loro salute funge da “indicatore di ecosistema”, che determina le probabili implicazioni per gli esseri umani. Essendo gli squali bianchi dei grandi predatori, questi assumono volumi di tossine altrettanto importanti da tutte le creature che ingeriscono. “Fondamentalmente, se gli squali presentano alti livelli di tossine nei loro tessuti, è probabile che anche le specie da loro cacciate abbiano le stesse tossine, compresi i pesci che gli esseri umani mangiano”, ha affermato Neil Hammerschlag, coautore dello studio presso l’Università di Miami.
Verificare l’impatto dell’inquinamento dei metalli pesanti sulla salute degli squali è fondamentale per rilevare importanti informazioni sugli ecosistemi marini, ma anche perché si tratta di specie a rischio. La loro semi-immunità a certi agenti inquinanti non esclude le numerose altre minacce che le affliggono, in primo luogo la persecuzione da parte degli umani. Di recente gli esperti hanno infatti annunciato altre specie che sono state aggiunte ufficialmente all’elenco degli animali in via di estinzione, tra cui il mako pinna corta, noto come lo squalo più veloce al mondo.
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