L’area complessiva distrutta dalla deforestazione equivale a 30 campi di calcio al minuto. Gran parte della vegetazione rasa al suolo apparteneva alla foresta pluviale primaria.
Soltanto nel 2018 il mondo ha perso 12 milioni di ettari di foresta pluviale tropicale, un’area grande quanto la Corea del Nord che coprirebbe 30 campi da calcio al minuto. A dirlo è il rapporto Global Forest Watch, segnalando che circa 3,6 milioni di ettari della copertura globale di alberi distrutti appartenevano alla foresta pluviale primaria, che comprende gli arbusti più longevi e che assorbono più carbonio. Questi alberi, i più difficili da rimpiazzare, coprivano un’area grande quanto il Belgio.
Secondo il rapporto, lo scorso anno il Brasile ha perso gran parte della foresta primaria – 1,3 milioni di ettari, mentre la Repubblica Democratica del Congo ha perso 481.248 ettari. Gli studi suggeriscono che la maggiore perdita del Brasile è dovuta alla deforestazione dell’Amazzonia da parte di taglialegna e milizie illegali, che minacciavano la sopravvivenza delle tribù indigene. La polizia federale locale ha rivelato la scoperta di un piano per raccogliere illegalmente legname nella regione amazzonica, guidato da un’organizzazione criminale che potrebbe coinvolgere ufficiali di agenzie ambientali e ingegneri forestali.
I numeri sono allarmanti per tutti i territori coinvolti, ma è in Ghana che si registra l’aumento più significativo di deforestazione rispetto al 2017, con una crescita del 60% riconducibile principalmente all’estrazione illegale e all’espansione delle colture di cacao. Di contro, sembrano esserci miglioramenti in Indonesia, dove gran parte della deforestazione è attribuita allo sdoganamento delle piantagioni di palme da olio. Qui le politiche governative sulle foreste protette sembrano aver determinato un calo rispetto agli anni precedenti.
“Le foreste sono la nostra più grande difesa contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, ma la deforestazione sta peggiorando”, ha affermato John Sauven, direttore esecutivo di Greenpeace UK. “Serve un’azione audace per affrontare questa crisi globale, compreso il ripristino delle foreste perdute. Ma a meno che non smettiamo di distruggerle, in primo luogo, ci stiamo solo mordendo la coda”.
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