Campania e Puglia, 1.136 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia

Una media di oltre 11 rifiuti per ogni metro. La plastica si conferma al primo posto tra i materiali maggiormente rinvenuti.

“Se butti male… finisce in mare!” è l’iniziativa di Legambiente e Corepla conclusa ieri a cui hanno partecipato studenti, educatori e volontari per un totale di oltre 4.000 persone. Questa seconda edizione del progetto ha visto come protagoniste Campania e Puglia, i cui litorali sono un esempio lampante della gravità del marine litter come problema mondiale e del nostro Paese. L’analisi di 15 arenili nelle due regioni ha confermato che la plastica è il materiale più diffuso tra i rifiuti e rappresenta ben l’84% di questi. A seguire ci sono vetro/ceramica (4,3%) e oggetti in metallo (4%). I dati raccolti durante questi mesi di lavoro parlano di una media allarmante di 1.136 rifiuti per ogni 100 metri di spiaggia, ovvero più di 11 rifiuti ogni metro.

Secondo i dati Legambiente, gli oggetti più rinvenuti sulle spiagge sono soprattutto pezzi di plastica con dimensioni tra 2,5 e 50 centimetri, il più delle volte frammenti di oggetti datati che rappresentano il 10,7% del totale. Spiccano poi i mozziconi di sigaretta, che rappresentano il 9,7% e di cui l’85% è stato ritrovato sulle spiagge campane. A seguire tappi, coperchi, anelli e svariati oggetti di plastica che contribuiscono con un 7,5% e gli immancabili bastoncini cotonati che rappresentano il 7,2% dei rifiuti monitorati. E ancora, pezzi di polistirolo, bottiglie, plastica monouso, oggetti da pesca, materiali da costruzione e buste di plastica.

La cattiva gestione dei rifiuti urbani si conferma al primo posto tra le cause scatenanti di questo fenomeno senza controllo, ma anche la negligenza da parte dei cittadini gioca un ruolo fondamentale. “La lotta al marine litter inizia sui banchi di scuola”, ha affermato il presidente di Corepla Antonello Ciotti, sottolineando l’’importanza di incrementare campagne di sensibilizzazione e informazione coinvolgendo anche il sistema scolastico.

La dicono lunga, comunque, anche i dati sulla raccolta differenziata, che mostrano un quadro ben lontano dal concetto di economia circolare in Italia. Basti pensare che nel 2018 di 6,8 milioni di tonnellate circa di resine termoplastiche trasformate soltanto il 15% proveniva dal riciclo. Senza contare che alla luce delle nuove direttive UE sul monouso in vigore dal 2021 è necessario ripensare l’intera filiera, con l’obbligo di riciclare i rifiuti in plastica che devono effettivamente diventare nuovi prodotti e non rifiuti sulle spiagge.

Articolo di Erika del 07 Maggio 2019 alle ore 17:36

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