ONU: stop alle discariche di plastica nei paesi in via di sviluppo

L’atto firmato da 187 paesi limiterà le esportazioni di rifiuti di plastica verso il sud-est asiatico e i paesi meno abbienti. L’emendamento avrà validità anche per gli Stati Uniti, che si sono opposti all’accordo.

Quasi tutti i paesi del mondo hanno raggiunto un accordo volto a limitare le spedizioni di rifiuti di plastica verso i paesi più poveri. L’annuncio arriva al termine di una serie di meeting delle Nazioni Unite su rifiuti di plastica e sostanze chimiche tossiche che minacciano i mari e le creature del pianeta. Si tratta di un patto che rientra nella Convenzione di Basilea, firmato da 187 paesi e definito da Rolph Payet del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente un accordo “storico”, dove gli stati dovranno monitorare la transizione dei rifiuti di plastica oltre i loro confini, con vincoli e regolamentazioni ben precise.

I paesi esportatori che finora hanno inviato rifiuti di plastica perché difficilmente riciclabili, misti o di qualità inferiore verso paesi in via di sviluppo – soprattutto nel sud-est asiatico – dovranno ora ottenere il consenso di questi. L’accordo ha lo scopo di arginare sensibilmente la situazione catastrofica creatasi in paesi come la Tailandia, la Malesia e Indonesia, dove gruppi come la Global Alliance for Incinerator Alternatives e di attivisti segnalano la progressiva trasformazione di villaggi locali in vere e proprie discariche. I fatti sembrano riconducibili soprattutto al mancato riciclaggio da parte degli Stati Uniti, la cui esportazione di rifiuti è stata peraltro respinta dalla Cina già da tempo. Secondo le ricerche questo ha portato ad accumuli che si sono riversati su altri territori, spazzando via nel corso di un anno villaggi e comunità agricole.

L’accordo entrerà in vigore entro un anno e avrà validità per tutti i paesi esportatori, compresi gli Stati Uniti, che pur non essendo parte della Convenzione hanno espresso disapprovazione e discusso contro il cambiamento, affermando che i funzionari non hanno capito le ripercussioni che avrebbe sul commercio di rifiuti di plastica.

 “L’epidemia” – così definita da Payet – generata dalla plastica potrebbe essere arginata con il nuovo emendamento, che rappresenta un passo cruciale per rendere il commercio di questi rifiuti più trasparente e proteggere i paesi meno abbienti e i loro territori. “Per troppo tempo i paesi ricchi hanno abdicato alla responsabilità di enormi quantità di rifiuti di plastica”, ha dichiarato il direttore generale di WWF International Marco Lambertini. “Tuttavia, quello di cui noi abbiamo bisogno è un trattato per affrontare la crisi plastica globale”, ha aggiunto.

Articolo di Erika del 12 Maggio 2019 alle ore 19:36

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