La Nasa lancia un contest per coltivare giardini nello spazio

Una sfida rivolta ai “maker” per realizzare uno spazio di crescita 3D che consenta la coltivazione di piante senza l’intervento umano.

“Growing Beyond Earth” è l’iniziativa del Fairchild Tropical Botanic Garden di Miami, che in collaborazione con la Nasa invita il mondo – o meglio coloro che hanno competenza nel settore –  a dare il proprio contributo in un contest per realizzare giardini e raccolti “spaziali”. La sfida è reinventare i sistemi utilizzati per coltivare piante commestibili sulla Stazione Spaziale Internazionale, creando un progetto per uno “spazio di crescita 3D” che fornirebbe agli astronauti in missione frutta e verdura fresche.

La Nasa è da tempo impegnata nella sfida della produzione alimentare a lungo termine nello spazio, che ha iniziato a consolidarsi nella collaborazione con la Fairchild iniziata nel 2015 e con la creazione di uno spazio di lavoro comunitario dedicato alla tecnologia della coltivazione alimentare chiamato “Growing Beyond Earth Innovation Studio”.

L’ambizioso obiettivo del contest è di trovare un nuovo metodo per far sì che le colture non necessitino della manutenzione umana, progettando quindi un sistema di semina e raccolta completamente robotizzato e automatizzato. Si tratta di un invito lanciato soprattutto ai “maker”, ovvero gli artigiani digitali che utilizzano l’elettronica per inventare e reinventare con attività di bricolage. Tra le categorie contemplate nel maker contest della Nasa vi sono l’ingegneria, l’ingegneria biospaziale, l’agricoltura o addirittura la produzione alimentare.

I vincitori del contest, designati a febbraio 2020, potranno realizzare il prototipo del proprio giardino spaziale per una competizione finale. Ma coltivare in modo affidabile ed efficiente vegetali nello spazio che non sono vincolate dalla gravità e sfruttano essenzialmente la sorgente luminosa, resta senz’altro una grande sfida.