Caldo record, in Italia crescono i consumi da fonti fossili

Le temperature particolarmente elevate del mese di giugno hanno aumentato la domanda di energia elettrica italiana del 2,9%.

Il bilancio sui consumi di elettricità in Italia per lo scorso mese di giugno la dice lunga sulle temperature record viste finora, con una crescita rispetto al 2018 del 2,9%. Secondo i dati rilevati da Terna, che gestisce la rete elettrica nazionale, la domanda di energia elettrica è stata di 27,8 miliardi di kwh, un risultato legato soprattutto alla “temperatura particolarmente elevata registrata nell’ultima settimana di giugno”. Il mese scorso, come conferma la National Oceanic and Atmospheric Administration degli USA, è stato infatti il più caldo mai registrato a livello globale, mentre In Italia una temperatura così alta è stata rilevata soltanto nel 2003.

Numerosi studi in materia climatica confermano che il trend attuale non è indice di un evento temporaneo, ma di un fenomeno destinato a peggiorare come effetto del riscaldamento globale. Pertanto, l’aumento della domanda di energia è un’importante conseguenza, che grava ulteriormente sul clima, innescando un pericoloso circolo vizioso. La gravità della domanda sempre maggiore di risorse risiede nel fatto che la fonte principale da cui si attinge per soddisfare l’esigenza di raffrescamento deriva dai combustibili fossili, contributo primario alle emissioni globali.

In Italia, come nel resto del mondo, il fenomeno è già tangibile. Inoltre, sebbene l’energia da fonti rinnovabili costituisca il 48% della produzione nazionale netta – di 24.705 GWh a giugno 2019, nell’ultimo anno si è registrato un aumento dello sfruttamento della fonte termica comune del 16,3%. Un dato tutt’altro che promettente, soprattutto in previsione dell’aumento progressivo delle temperature globali.