Negli ultimi tre giorni sono stati registrati quantitativi estremi di precipitazione in Texas e Louisiana. Si tratta dell’effetto della tempesta tropicale Imelda, sviluppatasi nel Golfo del Messico il 14 settembre scorso.
Nei giorni successivi, la tempesta si è intensificata e, muovendosi verso nord, ha toccato terra il 17 settembre vicino Freeport, in Texas.
I danni maggiori non sono stati causati dai venti, che non hanno superato la veocità di 80 km/h, quanto invece dalle piogge che hanno raggiunto valori di 1000 mm in alcune aree. La città di Hamshire in sole 12 ore ha registrato più di 600 mm di pioggia, mentre a Beaumont sono caduti più di 900 mm in 72 ore.
La tempesta ha infatti richiamato correnti estremamente umide dal Golfo del Messico, che nella successiva interazione con la terraferma, hanno generato precipitazioni estreme.
In basso è riportato l’acqua precipitabile totale (TPW) nella giornata del 17 settembre sul Nord America: si tratta della quantità di acqua che si avrebbe se il contenuto colonnare di vapore acqueo fosse fatto condensare. Come si può notare, in corrispondenza della tempesta tropicale, il quantitativo di vapore è estremamente elevato (area rossa sulla costa del Texas).
Per comprendere l’intensità e la portata dell’evento, si pensi che in alcune aree del Texas, le precipitazioni registrate sono state superiori di quelle prodotte dal passaggio dell’uragano Harvey nell’agosto del 2017, a sua volta considerato uno degli uragani che ha prodotto maggiori precipitazioni tra quelli che hanno raggiunto il Nord America.
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