Salvare le api dall’estinzione, ecco come

Un apicoltore “non convenzionale” californiano ritiene che reintrodurre le api alla vita selvatica sia l’unico modo per salvare la specie.

Il declino delle api mellifere è uno dei temi più preoccupanti dei nostri tempi, poiché l’esistenza di questi preziosi impollinatori è determinante nella vita di moltissime specie al mondo, compresa quella umana. Il fenomeno ha suscitato preoccupazione a livello mondiale, facendo partire numerose campagne di sensibilizzazione e iniziative in favore della conservazione della specie. Una di queste viene da un apicoltore californiano, che ha pensato ad un approccio non convenzionale per salvare le api dall’estinzione.

Michael Thiele, di origini tedesche, sostiene che il modo migliore per ristabilire l’equilibrio della specie è fare qualche passo indietro e consentire di nuovo alle api di vivere come hanno fatto per milioni di anni, ovvero in alveari scavati nei tronchi degli alberi. Molto semplicemente, spiega Thiele, dobbiamo “riportare le api nella loro biosfera naturale”, perché senza di loro potrebbe non esserci un domani.

Il metodo per “rinselvatichire” le api consiste nello svuotare i ceppi per legarli ai tronchi degli alberi, sospesi, per emulare gli alveari prima che le api fossero addomesticate. Se un alveare viene attaccato su un albero diventa attraente per le api “scout”, che una volta trovato il nido avvisano le loro colonie per entrarvi. Per colonizzare un alveare sono necessarie poche settimane, a volte anche solo qualche giorno. Sarebbe il modo più semplice e logico per salvaguardare le api e consentirne la proliferazione sicura.

Thiele ha iniziato la sua vita da apicoltore circa 20 anni fa, ma ha scelto nel tempo di scostarsi dall’apicoltura tradizionale, rifiutando di usare prodotti chimici e indumenti protettivi e lavorando a mani nude. La sua azienda, Apis Arborea, ha il solo scopo di ricostituire le api e raccoglie esclusivamente il miele prodotto da alveari abbandonati dalle colonie o in caso queste muoiano. I suoi alveari, afferma, sono un progetto di conservazione e una missione personale. In questi insetti sembra “rispecchiarsi la situazione che viviamo adesso su questo pianeta”, che è fragile e precaria.

Articolo di Erika del 25 Ottobre 2019 alle ore 17:47

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