Il progetto ha visto la collaborazione di gran parte delle associazioni di pesca campane e di tutte le aree marine protette del territorio.
La Legge Salvamare approvata alla Camera lo scorso ottobre – prossima all’approvazione decisiva del Senato – si conferma efficace ed essenziale per la tutela dei nostri mari. Le prime applicazioni in Campania hanno visto risultati impressionanti: i pescatori hanno raccolto ben 19 tonnellate di rifiuti da 4 aree marine protette, per un totale di 52.000 ettari di mare. Tra le aree interessate soprattutto Ischia, Procida, Punta Campanella, la riserva naturale tra il Golfo di Napoli e il Golfo di Salerno, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano.
Il progetto Remare, finanziato dalla Regione Campania grazie ai fondi europei, ha creato per la prima volta una grande sinergia tra le associazioni e cooperative di pesca e tutte le aree marine della regione, coinvolgendo 393 pescherecci e un’area marina che va da nord a sud della Campania. I risultati diffusi in questi giorni a Piano di Sorrento evidenziano tra i rifiuti rinvenuti la prevalenza di plastica (64%), poi vetro (8%), attrezzi da pesca (4%), legno (4%), oggetti metallici, tessili o di altri materiali (20%).
Le imbarcazioni coinvolte nelle operazioni, iniziate ad agosto, sono state dotate di sacche apposite per la raccolta dei rifiuti, dove i pescatori hanno accuratamente riposto i rifiuti intrappolati dalle reti. Una volta rientrate le imbarcazioni, i rifiuti sono stati consegnati ad una società di smaltimento incaricata e regolarmente iscritta al registro internazionale degli intermediari. La messa in pratica dell’iniziativa è stata inoltre preceduta da campagne di informazione e sensibilizzazione, rivolte innanzitutto ai pescatori stessi, i primi responsabili del fenomeno delle reti fantasma o “gost fishing”, che rappresenta il 10% dei rifiuti marini nel mondo.
Il successo della sperimentazione del progetto in Campania vede in una soluzione semplice ma innovativa un passo importante per liberare i mari da tonnellate di rifiuti. Se prima la legge obbligava i pescatori a ributtare in mare i rifiuti rinvenuti accidentalmente nelle reti – riportarli sulla terraferma era un’azione perseguibile per trasporto di rifiuti illecito – ora l’iniziativa conferisce loro un ruolo fondamentale di collaborazione nella pulizia del mare.
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