L’impianto solare termodinamico è il primo a raggiungere i 1.000 gradi Celsius e potrebbe sostituire i combustibili fossili dell’industria pesante.
Per decenni si è cercato di produrre energia termica ad alte temperature sfruttando la concentrazione solare, tramite l’uso dei tradizionali pannelli riflettenti che rimandano i raggi in un unico punto – una sorta di versione ingigantita dell’esperimento che si fa accendendo un fuoco usando la luce solare e una lente d’ingrandimento. I sistemi a concentrazione solare come li conosciamo sono certo una valida alternativa ai combustibili fossili, ma non quando parliamo di impianti industriali, dove l’utilizzo di temperature molto elevate è fondamentale per la produzione di materiali come acciaio e cemento. Finora il carbone, il gas e il petrolio sono stati gli unici elementi in grado di adempiere a questo compito e nonostante i grandi sforzi, non si è mai riusciti con i sistemi a concentrazione solare a produrre temperature superiori ai 600 gradi Celsius.
Ecco perché Heliogen, la startup con sede a Los Angeles fondata da Bill Gross e finanziata da Bill Gates e Steve Case, potrebbe rappresentare una grande svolta nel settore dell’energia solare. La nuova tecnologia sarebbe potenzialmente in grado di sostituire i combustibili fossili negli impianti industriali, generando calore oltre i 1.000 °C. Si tratta di un impianto solare termodinamico – differente dal fotovoltaico, che sfrutta le radiazioni solari per produrre energia elettrica – che sfrutta la luce solare con un sofisticato sistema a specchi per produrre calore. La novità di questa tecnologia consiste nella mobilità degli specchi, che con minuscole e brevissime variazioni nella posizione – si ripetono più volte al secondo – sono in grado di compensare quelli che sono gli impercettibili cambiamenti meccanici o ottici nell’atmosfera (come in caso di umidità). Grazie al sistema hi-tech basato su software per la visione artificiale e il rilevamento dei contorni è stato possibile convergere una grande quantità di energia in un solo punto e quindi produrre una temperatura molto più elevata.
Secondo la startup, Heliogen potrebbe arrivare a raggiungere anche i 1.500 gradi Celsius e tagliare le emissioni globali del 20%. Considerato che molti materiali impiegati nell’industria pesante fondono a una temperatura superiore ai 1.000 °C – come il cemento e l’acciaio, raggiungere un tale obiettivo sarebbe la vera svolta nel settore, tagliando significativamente le emissioni industriali. La sola produzione di cemento, spiega Gross, rappresenta l’8% delle emissioni globali di Co2 e il passaggio al solare in quell’industria avrebbe un impatto enorme sul pianeta. Ancora più interessante è la possibilità di scindere le molecole d’acqua e produrre combustibile a idrogeno, eliminando qualsiasi emissione di carbonio necessaria alla produzione di esso.
Sebbene si siano diffuse molte notizie travisanti, soprattutto in Italia, attorno allo scalpore nato dall’introduzione della tecnologia che mira a cambiare il futuro dell’industria – molti articoli hanno parlato di “energia infinita” o introdotto concetti incoerenti come “intelligenza artificiale”, è bene specificare che non si tratta di una tecnologia completamente nuova e che la strada per sostituire i combustibili fossili e ridurre significativamente le emissioni è ancora lunga. Lo stesso Gross si è dichiarato non particolarmente entusiasta dei risultati di Heliogen e ha affermato che superare i 1.000 °C con il solare resta comunque un grande ostacolo. Certo è che il potenziale successo di questa innovazione potrebbe far ben sperare per il clima e il futuro del pianeta.
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