Le luci intermittenti scoperte dagli scienziati potrebbero essere riconducibili a fenomeni astrofisici sconosciuti o a possibili segnali di comunicazione aliena.
Le stelle sono solite morire in due modi: trasformandosi lentamente in nane bianche o con una rapida esplosione in supernove. Raramente finiscono in modo diverso ed è per questo motivo che gli scienziati si stanno interrogando sugli strani fenomeni osservati nel cielo, che vedono la scomparsa temporanea di segnali luminosi dall’entità inspiegabile.
Le luci lampeggianti, secondo il team del progetto “Vanishing & Appearing Sources during a Century of Observations” (VASCO), il cui studio è stato pubblicato su The Astronomical Journal, potrebbero riportare a qualche fenomeno sconosciuto dell’astrofisica o rappresentare segni di attività interstellari, cioè aliene. Lo studio riporta il monitoraggio degli oggetti luminosi apparsi nel cielo negli ultimi 70 anni, detti “transitori rossi”.
Martin López Corredoira, co-autore dello studio, ha osservato che non ci sono prove dirette che collegano le luci all’intelligenza extraterrestre, ma il team di ricerca non esclude questa possibilità. “Le implicazioni nel trovare tali oggetti si estendono dai tradizionali campi astrofisici alle ricerche più esotiche di prove di civiltà tecnologicamente avanzate”, scrivono gli autori nel nuovo documento. Di qualunque cosa si tratti, affermano, è probabile che cambi la nostra comprensione dello spazio, introducendoci ad una “nuova astrofisica”.
L’unica spiegazione basata sulle attuali conoscenze per stelle che scompaiono o appaiono da nulla improvvisamente sarebbe la teoria della “supernova fallita”, ovvero un fenomeno di estrema rarità che si verifica quando una stella molto massiccia collassa in un buco nero, senza provocare alcun tipo di esplosione. Le ipotesi di attività aliene includono invece possibili segnali di comunicazione, che sfruttano l’energia delle stelle tramite strutture apposite (sfere di Dyson), teoricamente riconducibili a civiltà extraterrestri.
Secondo i ricercatori, entrambe le spiegazioni sono possibili, sebbene non siano ancora state provate. Nel frattempo, gli scienziati hanno esaminato i primi 100 oggetti, sperando di lanciare un nuovo progetto per l’analisi dei restanti 150.000 candidati identificati.
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