Da quest’anno non saranno più commerciabili i prodotti per la cura personale contenenti microplastiche.
Anche in Italia dal 1 gennaio 2020 è entrato in vigore il bando per le microplastiche nei prodotti destinati alla cura e all’igiene personale. Parliamo delle note “microsfere” presenti spesso in dentifrici, detergenti per il viso, o altri prodotti ad azione esfoliante, che sono essenzialmente piccoli frammenti di plastica, la cui grandezza non supera i 5 millimetri.
Il divieto di commercializzare prodotti di questo tipo diventa ufficiale quest’anno, dopo che nel 2017, anche grazie alla campagna #Faidafiltro lanciata da Marevivo, Legambiente, Greenpeace, Lav, Lipu, MedSharks e WWF, il Parlamento italiano aveva acconsentito al rilascio dell’emendamento in favore della salvaguardia delle acque e del suolo, dove queste sostanze inquinanti sono state rilasciate finora, senza alcuna limitazione.
Le microplastiche in questione non hanno le dimensioni sufficienti per essere trattenute dai sistemi di depurazione, pertanto finiscono direttamente in mare attraverso gli scarichi domestici, diventando una minaccia per la fauna marina e contaminando i fanghi di depurazione destinati all’agricoltura. Soltanto nel 2016 era scattato l’allarme per questo tipo di inquinamento, che il Rapporto Frontiers dell’UNEP aveva collocato tra le minacce ambientali emergenti.
Va comunque precisato che l’inquinamento da microplastiche non deriva soltanto dalle particelle messe appositamente nei cosmetici, per cui si tratta soltanto di una piccola parte del totale, che va dallo 0,01% al 4,1%, secondo alcuni studi. Il rapporto “Plastic in Cosmetics” dell’UNEP del 2015 stimava che ogni giorno soltanto nei mari europei finivano circa 24 tonnellate di particelle di microplastiche derivanti dai prodotti cosmetici, per un totale di 8.600 tonnellate l’anno.
Vietare il commercio dei cosmetici contenenti microplastiche non risolverà del tutto il problema, ma ridurrà comunque l’impatto ambientale di questa materia. Laddove la presenza di plastica è del tutto superflua – sono già presenti in commercio numerose alternative come i micro granuli di pomice, semi di albicocca, micro frammenti di frutta secca – è doveroso adottare subito strategie più eco-sostenibili, nell’ottica di estendere certe modalità di commercio e consumo anche ad altre tipologie di prodotti.
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