La diffusione dei virus è anche legata al meteo. Ecco come

Quali sono le condizioni meteorologiche che possono influire sullo spostamento dei microrganismi infettanti?

Le minuscole particelle responsabili della propagazione dei virus sono microrganismi in grado di viaggiare attraverso l’aria, l’acqua e la materia in generale. Sebbene non siano in grado di riprodursi autonomamente – hanno bisogno di un ospite per diffondersi – i virus possono sopravvivere nell’ambiente per un tempo limitato, spesso qualche ora, a seconda delle condizioni meteorologiche in cui si trovano. La comune influenza, ad esempio, è in grado di sopravvivere nell’aria poche ore, ancora meno se il clima è freddo e asciutto.

Un fattore che influisce sulla diffusione dei microrganismi infettanti oltre all’umidità e la temperatura è il vento, che solleva polveri e particelle d’acqua, secondo alcuni studi. Il modo in cui i virus si muovono nell’aria, ovvero il meccanismo di aerosolizzazione che ne causa la diffusione da un ospite all’altro, non è ancora del tutto chiaro, ma secondo uno studio pubblicato su Nature “ogni giorno centinaia di milioni di virus si spostano nello strato più basso dell’atmosfera”.

Altre ricerche recenti suggeriscono che della grande quantità di microrganismi virali che ogni giorno viaggiano nell’atmosfera soltanto una minima parte trova le condizioni ideali per insediarsi e replicarsi attraverso l’infezione. Test effettuati sull’ambiente – come quello sulla Sierra Nevada, dove i ricercatori hanno posizionato un dispositivo progettato per catturare virus e batteri a circa 3.000 metri di altezza – suggeriscono che la diffusione di un virus è legata al vento e al mare, che lo trasportano in nuovo ecosistema. Lì potrà trovare le condizioni adatte o meno per sopravvivere e diffondersi.