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Il legame con il meteo e le stagioni può variare anche all’interno della stessa famiglia di virus. Come si comporterà Covid-19?
Sono ancora molti gli interrogativi sul nuovo Coronavirus – Covid-19, che da mesi sta creando panico e difficoltà a livello internazionale e che continua ad essere l’argomento più discusso dai media. Tra le domande che sorgono sul contenimento dell’epidemia, in molti si chiedono se il virus, così simile ad una comune influenza, abbia un legame con le stagioni. La facilità di contagio è legata all’inverno? Il nuovo coronavirus andrà via con l’arrivo del caldo?
Sono state avanzate ipotesi contrapposte per quanto riguarda la possibilità che l’estate possa debellare il virus. La temperatura, l’umidità, il vento potrebbero avere a che fare oppure no con la diffusione dell’infezione. Questo perché, trattandosi di un virus nuovo, non è possibile prevederlo, come ha sottolineato il Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Giovanni Rezza.
Esistono più di 100 tipi di raffreddore comune, altrimenti detti “rinovirus”, responsabili di gran parte delle infezioni respiratorie, con un’incidenza del 30-70%. Insieme ai coronavirus, che sono la seconda causa più comune di infezioni del tratto respiratorio, con una frequenza del 7-18%, queste malattie costituiscono la causa principale di infezioni più gravi del tratto inferiore, come la polmonite. Altri virus in grado di provocare malattie respiratorie sono i virus respiratori sinciziali (RSV) di tipo A e B, i virus della parainfluenza umana (HPIV) di tipo 1-4, gli adenovirus, il metapneumovirus umano (HMPV) e i virus dell’influenza A-C (IAV, IBV e ICV).
Secondo gli studi, la diffusione di ognuno di questi virus è legata in maniera diversa alle condizioni meteorologiche e alle stagioni. Mentre l’adenovirus, i virus influenzali A e B, RSV e HMPV preferiscono le basse temperature, ad esempio, l’HPIV di tipo 3 preferisce la stagione con umidità più bassa, temperature più alte e una variazione giornaliera di umidità alta – fattori tipici della stagione estiva. Per molte infezioni virali del tratto respiratorio i rischi di contagio sono più alti durante l’inverno, ma anche il vento e l’umidità giocano un ruolo fondamentale, come nel caso del rinovirus, che si sviluppa grazie all’alta umidità, oppure l’RSV che è più attivo con una maggiore ventosità.
Nel caso dei coronavirus, noti per la loro capacità di causare sia comuni raffreddori che malattie più gravi – quelle identificate di recente sono la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS), il legame con i fattori meteorologici può variare anche all’interno della stessa famiglia. In alcuni casi è risultato che la diffusione era favorita dalle basse temperature, come in uno studio condotto nel sud del Brasile, mentre in altri è stata riscontrata una maggiore insorgenza di MERS con le alte temperature e condizioni tipiche estive, come avvenuto in Arabia Saudita, dove peraltro è apparsa per la prima volta la patologia.
In definitiva, per sapere come si evolverà la situazione del nuovo coronavirus con il passare delle stagioni, non resta che aspettare. La tendenza a tenere comportamenti sociali più all’aperto tipica della stagione estiva potrebbe aiutare in questo senso, piuttosto che la permanenza in ambienti chiusi, che in generale favoriscono le diffusioni virali. Ma è ancora tutto da vedere.
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