L’Amazzonia potrebbe diventare una “fabbrica” di carbonio entro il 2030

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La foresta pluviale amazzonica sta esaurendo la capacità di assorbire Co2 in eccesso, rischiando di passare da “polmone” del pianeta a fonte di emissioni nocive.

Le foreste tropicali, oltre ad essere preziosi habitat per numerose specie animali, offrono riparo, nutrimento e fonti medicinali all’umanità, assorbendo nel contempo quasi la metà di tutta l’anidride carbonica terrestre. La capacità delle piante di immagazzinare carbonio è essenziale per la vita sulla Terra, ma la presenza eccessiva di questa sostanza nell’atmosfera insieme alla drastica riduzione della copertura arborea globale stanno rendendo sempre più difficile questo processo. Mentre le emissioni nocive di natura antropica continuano ad aumentare, le foreste tropicali stanno raggiungendo il punto di saturazione, con una capacità di assorbimento sempre più ridotta.

Il declino delle foreste a causa della deforestazione, degli incendi e della siccità varia in tutto il mondo. Rispetto alle foreste tropicali dell’Africa sub-sahariana, l’Amazzonia sta manifestando una saturazione molto più rapida. Ad evidenziarlo è uno studio pubblicato su Nature, condotto un team che ha monitorato i dati sulla crescita e la mortalità degli alberi, insieme alle emissioni di Co2, alle precipitazioni e alle temperature, per stimare l’immagazzinamento di carbonio. “Il picco di assorbimento di carbonio nelle foreste tropicali intatte si è verificato negli anni ’90”, ha affermato l’autore principale Wannes Hubau del Royal Museum for Central Africa in Belgio. Al tempo, le foreste erano in grado di assorbire 46 miliardi di tonnellate di Co2, mentre nel 2010 quella quantità è calata di circa 25 miliardi di tonnellate.

Negli ultimi 30 anni, le emissioni di carbonio sono aumentate ben del 46%, ma l’area delle foreste intatte si è ridotta del 19%, osservano i ricercatori. Per la foresta amazzonica la riduzione della capacità di assorbimento si è anticipata di circa 15 anni rispetto le foreste africane. Secondo lo studio, il passaggio da “polmone verde” a fonte di carbonio non è molto lontano, potrebbe anzi sopraggiungere già nel 2030. Le foreste agiscono infatti come un pozzo di carbonio quando la quantità di carbonio recuperata attraverso la fotosintesi supera quella emessa dalla perdita dell’albero, qualunque sia la causa di quest’ultima.

“Le foreste tropicali intatte restano una fonte essenziale di assorbimento di carbonio, ma questa ricerca rivela che, a meno che non vengano messe in atto politiche per stabilizzare il clima terrestre, è solo questione di tempo prima che queste non siano più in grado di immagazzinare carbonio”, ha affermato Simon Lewis, co-autore dello studio dell’Università di Leeds. “Portando le emissioni di anidride carbonica a nette zero, anche più velocemente di quanto attualmente previsto, sarebbe possibile evitare che le foreste tropicali intatte diventino una grande fonte di carbonio nell’atmosfera. Ma quella finestra di possibilità si sta chiudendo rapidamente”, ha affermato Lewis.

Articolo di Erika del 05 Marzo 2020 alle ore 16:53

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