Coronavirus: diminuisce notevolmente lo smog sul Nord Italia

Il sensore TROPOMI (TROPOspheric Monitoring Instrument) è uno spettrometro lanciato nel 2017 a bordo del satellite Sentinel-5 Precursor. Gli “occhi” di questo strumento guardano e analizzano lo spettro dell’atmosfera terrestre nella banda dell’ultravioletto, del visibile e del vicino infrarosso. Attraverso queste misure è possibile monitorare la concentrazione di diversi inquinanti su scala globale tra cui l’ozono, il metano, il monossido di carbonio, diossido di azoto.

Ieri, Santiago Gassò, ricercatore dell’Università di Washington ha pubblicato una serie di interessanti immagini relative alla concentrazione di diossido di azoto NO₂  sulla penisola italiana a partire dalla metà di febbraio fino agli ultimi giorni di marzo. Le immagini, derivate proprio dai dati forniti da TROPOMI, mostrano con estrema chiarezza una netta diminuzione del gas durante i giorni dell’emergenza del Covid-19.

In generale, gli ossidi di azoto hanno sia un’origine naturale
(eruzioni vulcaniche e incendi) che antropica. In quest’ultimo caso sono principalmente prodotti dai processi di combustione industriali e dalla combustione degli autoveicoli. Tra gli ossidi di azoto, l’NO₂ risulta particolarmente nocivo alla salute umana perché in grado di provocare importanti irritazioni dell’apparato respiratorio.

In Italia, così come già accaduto in Cina, la crisi industriale determinata dal virus Covid-19 ha mostrato in poco tempo quali possono essere gli effetti immediati sulla concentrazione degli inquinanti. Il discorso è differente per la concentrazione in atmosfera dei cosiddetti gas serra, i gas che determinano l’aumento globale delle temperature. La loro “vita” in atmosfera è molto più lunga e soltanto misure su scala globale e su lunghi periodi possono causarne una graduale diminuzione.