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Per prevedere la distribuzione di un agente patogeno è necessario comprendere le complesse dinamiche di trasmissione attraverso i comportamenti e le caratteristiche ambientali.
Sono molteplici i fattori che determinano la diffusione degli agenti patogeni tra umani o animali. La combinazione di questi fattori, che possono essere ambientali, biologici, climatici, di natura antropica, è in grado di conferire alla propagazione di alcune malattie un’estrema variabilità, come del resto stiamo osservando nell’attuale emergenza sanitaria generata dall’epidemia di covid-19, su cui aleggiano ancora diversi interrogativi.
Per fare maggiore chiarezza sulle modalità di trasmissione delle malattie infettive, due ricercatrici del Department of fish and wildlife conservation del Virginia Tech, Kathleen Alexander e Carol Anne Nichols, hanno analizzato il comportamento di una specie di mangusta del Botswana, nota come mangusta fasciata (Galidictis fasciata), in diverse zone e contesti del paese. Lo studio, pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution, evidenzia la complessità delle dinamiche di trasmissione attraverso le interazioni tra animali e ambiente e l’influenza che queste hanno sulla diffusione degli agenti patogeni.
La mangusta fasciata è una specie territoriale e sociale, che come molti altri mammiferi comunica attraverso segnali olfattivi, ovvero la marcatura odorifera dell’ambiente. Monitorando gli animali con speciali telecamere a sensori sia in ambienti urbani che in parchi protetti, le ricercatrici hanno ottenuto un dataset dei vari comportamenti in relazione all’ambiente in cui si trovavano. Essenzialmente, spiega Alexander, il nuovo patogeno della tubercolosi scoperto sfrutta i percorsi di comunicazione delle manguste: mentre comunicano informazioni con altre manguste, possono anche trasmettere il patogeno della tubercolosi.
“Abbiamo scoperto che il tipo di territorio influenza in modo significativo l’interazione della vigilanza – l’attenzione rispetto a predatori o concorrenti – con il comportamento di marcatura odorifera. Ciò può potenzialmente cambiare la trasmissione degli agenti patogeni”. La presenza di umani, ad esempio, favoriva i comportamenti comunicativi attraverso la marcatura, piuttosto che nelle aree con più predatori -la necessità di essere più vigili per sfuggire ai predatori induceva a partecipare meno alla marcatura e alla comunicazione con altri esemplari. “Utilizzando i comportamenti di comunicazione olfattiva, l’agente patogeno può aggirare i confini territoriali perché gli individui dei territori adiacenti arriveranno e sentiranno l’odore dei segnali odoriferi”.
Per prevedere la distribuzione di una malattia e le sue dinamiche di trasmissione è necessario comprendere le complesse interazioni tra comportamento e territorio, sottolinea Alexander. “Come abbiamo visto con il coronavirus, le malattie infettive continueranno a emergere. I nostri risultati suggeriscono l’urgenza di comprendere in che modo i tipi di territorio influenzano il comportamento degli animali e in che modo queste interazioni potrebbero aumentare o diminuire il potenziale di trasmissione delle malattie tra animali ed esseri umani”.
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