Lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia ha innalzato il livello del mare globale di 2,2 mm in due mesi

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L’estate scorsa la perdita di ghiaccio è stata di 600 miliardi di tonnellate, più del doppio del ghiaccio perso in 17 anni.

La scorsa estate è stata talmente calda da scatenare una perdita di ben 600 miliardi di tonnellate di ghiaccio in Groenlandia, una quantità che è bastata ad innalzare il livello del mare globale di 2,2 millimetri in soli due mesi. Lo dice un nuovo studio condotto da Isabella Velicogna della University of California Irvine, che si basa sui dati satellitari del Gravity Recovery and Climate Experiment (Grace) della Nasa e dal suo successore potenziato, Grace Follow-On. Le anomale temperature nell’Artico hanno determinato una grave perdita di ghiaccio marino nella regione, con il secondo valore di estensione minimo annuale più basso mai registrato.

La perdita dei ghiacciai terrestri ha una conseguenza diretta sull’innalzamento dei mari, con rischi incalcolabili per località costiere in tutto il mondo. La perdita registrata l’anno scorso in Groenlandia è pari a più del doppio della media tra il 2002 e il 2019, che è stata di 268 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Dagli anni ’90 ad oggi, la perdita di ghiaccio marino nella regione è aumentata di 7 volte, aumentando le precedenti stime sull’innalzamento del mare globale. I rischi riguardano circa 400 milioni di persone, che potrebbero vedere sommerse le loro città entro al fine del secolo.

Anche in Antartide, la più grande calotta glaciale terrestre, i valori sono particolarmente preoccupanti. Negli ultimi mesi, le temperature hanno toccato livelli record, con un conseguente drammatico tasso di scioglimento. Il riscaldamento globale è un fenomeno in continua crescita, che innesca un circolo vizioso sempre più irreparabile per i ghiacciai: all’aumentare dello scioglimento diminuisce anche la capacità riflettente del ghiaccio, il che contribuisce all’accelerazione della fusione per il maggior assorbimento di calore.

La ricerca ha illustrato i pericoli determinati dalla crisi climatica, sebbene il mondo sia attualmente alla prese con l’emergenza coronavirus, che ha peraltro rischiato di minare lo sforzo diplomatico a riguardo. I colloqui sul clima, salvo ulteriori cambiamenti, si terranno entro la fine dell’anno a Glasgow.