Il buco dell’ozono continua a ridursi. Quando si chiuderà definitivamente?

L’ozono è una molecola fondamentale per la vita sul pianeta. Presente nella bassa stratosfera, tra i 15 km e i 35 km, l’ozono è in grado di assorbire le radiazioni ultraviolette (ad alta frequenza) provenienti dal Sole, altamente nocive per gli esseri viventi.

Negli anni ’80 e ’90 al Polo Sud venne identificata una vasta area nella quale la concentrazione di ozono risultava pericolosamente ridotta. Il problema, comunemente noto come ‘buco dell’ozono’, assunse presto contorni molto gravi impegnando per anni la comunità scientifica internazionale nella ricerca delle sue cause.

La causa principale della riduzione di ozono fu presto identificata nei clorofluorocarburi (CFC), una sostanza largamente impiegata come propellente, come agente refrigerante o per la produzione di materie plastiche in ambito industriale. Nel 1987 il Protocollo di Montreal bandì l’utilizzo di queste sostanze in quello che fu definito dall’ex segretario dell’ONU Kofi Annan, un esempio di eccezionale cooperazione internazionale, probabilmente l’accordo di maggior successo tra nazioni.

A distanza di più di 30 anni gli effetti di quella decisione diventano man mano più evidenti. Le ultime misurazioni satellitari confermano il trend di aumento dell’ozono stratosferico al Polo Sud e i suoi conseguenti effetti sulla circolazione atmosferica.

L’articolo scientifico “A pause in Southern Hemisphere circulation trends due to the Montreal Protocol” pubblicato pochi giorni fa sulla nota rivista Nature, descrive come l’aumento di ozono stratosferico influenzi il Vortice Polare dell’emisfero sud. Infatti, la riduzione di ozono provoca un minore assorbimento dell’energia proveniente dal Sole e dunque un raffreddamento stratosferico. Di conseguenza, il Vortice Polare risulta ogni anno particolarmente compatto e la corrente a getto estremamente intensa.

Dal 2000 il Vortice Polare sta invece mostrando un differente andamento: le più alte temperature registrate in stratosfera, dettate dal graduale aumento dell’ozono, tendono ad indebolire il Vortice Polare. Questo fenomeno è contrastato dall’aumento della concentrazione dell’anidride carbonica che ha un effetto simile alla diminuzione dell’ozono stratosferico.

Il buco dell’ozono continuerà a ridursi ma in modo graduale e lento poiché le sostanze che ne causano il deterioramento permangono in atmosfera per tempi molto estesi. Dunque, si prevede che i livelli di ozono in stratosfera raggiungeranno nuovamente quelli del 1980 soltanto intorno al 2030.

Articolo di Stefano Della Fera del 10 Aprile 2020 alle ore 18:57

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