La depressione mediterranea, prende vita, specialmente durante il semestre freddo (Novembre-Aprile), quando la posizione del fronte polare si trova pressappoco alle latitudini spagnole e le correnti in quota si muovono lungo la direzione dei meridiani.
La perturbazione madre si trova all’interno di un campo di bassa pressione, o meglio all’interno di una saccatura, dove i venti che precedono l’ammasso nuvoloso, spirano da sud verso nord, viceversa nella fascia che segue l’asse di saccatura,spirano da nord verso sud.
Questo tipo di configurazione, sospinta da venti occidentali o nord-occidentali, ma anche per l’effetto della forza di Coriolis,trasla lentamente verso ovest, richiamando a se aria molto calda e umida dall’ africa, nei bassi strati. Questa massa d’aria, dalle caratteristiche completamente diverse da quelle del fronte polare, porta il suo carico di umidità, acquistata sul Mediterraneo, all’interno della configurazione barica principale. L’aria calda e umida, fisicamente molto più leggera di quella fredda presente il loco, tende a salire di quota raffreddandosi e creando un intensa nuvolosità.
Il ramo posteriore, ( la freccia grande appena al largo delle coste portoghesi), è la discesa dell’aria fredda dalle alte latitudini,che essendo,come detto prima, molto più pesante di quella calda, si stabilisce al suolo,inibendo cosi i moti verticali, garantendo cielo sereno o poco nuvoloso.
Dopo aver flagellato la Spagna e le Baleari,esaurendo la maggior parte dell’umidità, la configurazione approda sul Mediterraneo,dove, i lenti movimenti dell’aria all’interno della struttura ciclonica, fanno si che l’umidità presente sul mare formi nuove nuvole cariche di pioggia.
Nel suo lento muovere verso levante, il primo bersaglio è la Sardegna,dove le intense precipitazioni causate da questo tipo di configurazione, rappresentano la principale fonte di approvvigionamento idrico. In seconda battuta l’ammasso nuvoloso approda sulle coste tirreniche, principalmente Lazio e Toscana,per poi estendersi all’intera fascia tirrenica, il sud e la Sicilia.
Sotto il profilo termico, si registra un sostanzioso aumento della temperatura, prima del passaggio della perturbazione, dovuto ai venti meridionali innescati dal movimento del “perno barico“. Non è straordinario osservare valori di temperatura simil-primaverili a Gennaio o Febbraio nelle regioni meridionali. Dopo il passaggio invece, i venti ruotano da ovest o nord-ovest apportando un repentino calo della temperatura,in alcuni casi anche di 10°.
Per la sua lentezza,questo tipo di perturbazione, può durare anche un intera settimana, ma normalmente dura un massimo di 3 o 4 giorni.
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