Specie aliene: nel delta del Po ce ne sono almeno 14

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La nuova indagine dell’Arpav evidenzia i rischi per la biodiversità locale, sempre più minacciata dalle specie alloctone.

Nelle lagune del delta del Po vivono almeno 14 specie aliene, secondo una nuova indagine dell’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto (Arpav). La presenza di queste specie, appartenenti ai macrogruppi policheti, crostacei e molluschi, è stata accertata nell’area mediterranea tra il 2009 e il 2018. La loro interazione con le specie autoctone preoccupa per un potenziale rimpiazzo dovuto alla competizione nella stessa nicchia ecologica, evidenzia Arpav, generando rischi significativi per la biodiversità locale.

Secondo lo studio del laboratorio di biologia dell’Arpav, le specie alloctone potrebbero predominare su quelle autoctone, portando nel corso del tempo ad una sostituzione definitiva di queste ultime, oppure condurre ad un adattamento forzato, dove si verificherebbe una selezione naturale dei predatori. Le condizioni del primo scenario possibile si sono già sviluppate in alcune aree, come nel caso della specie aliena Polydora cornuta, che secondo le analisi del 2018, avrebbe sostituito l’autoctona Polydora ciliata, che invece non risultava presente.

La presenza di specie aliene nel territorio può derivare da diverse cause, sottolinea l’Arpav, come traffici marittimi, turismo da diporto, importazioni di specie commerciali in costante crescita, introduzione di specie esotiche legate all’acquacoltura. In Italia, il problema non riguarda solo il delta del Po, ma molte altre aree: finora sono state identificate 3.000 specie aliene, di cui 400 circa sono considerate invasive. Si tratta di piante e animali che minacciano i nostri ecosistemi e che, sebbene il fenomeno sia ancora poco conosciuto, sono sempre più presenti anche nelle aree urbane.