Colpa soprattutto delle opere portuali e del cambiamento climatico.
La metà delle spiagge sabbiose in Italia è soggetto a erosione, secondo l’ultima indagine di Legambiente, presentata nei giorni scorsi in occasione dell’apertura del nuovo portale dell’Osservatorio Paesaggi Costieri Italiani. Negli ultimi 50 anni circa 40 milioni di metri quadrati di spiaggia sono stati divorati dall’erosione costiera, con quasi il 50% delle coste minacciate in tutto il paese.
Dal 1970 ad oggi, secondo i dati del Ministero dell’Ambiente, dell’ISPRA e delle 15 Regioni marittime italiane, la causa principale di un’evoluzione allarmante del fenomeno è da imputare al consumo di suolo, tradotto nella realizzazione di edifici e infrastrutture portuali, o di opere a difesa dei litorali. Ma anche il cambiamento climatico rappresenta certamente una concausa, sottolinea Legambiente. In base ai dati elaborati da Diego Paltrinieri, geologo marino per Legambiente, il tasso di erosione costiera attuale in Italia è del 46,4%, che equivale a 1.750 km di litorale su 3.770 km di coste sabbiose (su un totale di 8.000 km di litorale circa).
In media, le coste italiane hanno perso 23 metri di profondità di spiaggia negli ultimi 50 anni. Ciò vuol dire che il tasso di erosione in questo lasso di tempo è triplicato. È inoltre aumentato il divario tra nord e sud del paese, evidenzia Legambiente, con valori fino al 60% in Calabria e Sicilia. Quanto alle opere marittime connesse al sistema portuale, prime responsabili dell’alterazione della naturale dinamica litoranea, secondo i dati ISPRA 2010 occupano circa 2.250 km di costa in totale.
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