Oceano Atlantico, seconda parte della stagione degli uragani particolarmente attiva

A maggio 2020 il centro di previsione climatica dell‘Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica americana (NOAA) forniva le prime indicazioni sull’andamento della stagione degli uragani in Atlantico. Dall’analisi delle condizioni atmosferiche ed oceaniche era stato previsto con buona probabilità (60%) una stagione con un numero di eventi superiori alla media climatica.

La stagione degli uragani ha ufficialmente inizio il primo giugno e termina il 30 novembre. L’attività della stagione è misurata in base al numero di tempeste tropicali, uragani e uragani major (categoria 3 o superiore) che vengono registrati in questo arco di tempo.

Se a maggio veniva prospettata la possibilità di un numero elevato (sopra media) di tempeste in Atlantico, le nuove previsioni confermano in modo ancora più deciso lo sviluppo e l’andamento della stagione che quasi certamente ( probabilità 85 %) vedrà un numero di eventi atmosferici significativi superiori alla media.

Anzi, quest’anno quella degli uragani atlantici potrebbe essere una delle stagioni più intense degli ultimi 22 anni, periodo durante il quale il NOAA ha monitorato sistematicamente la formazione e lo sviluppo degli uragani in Atlantico. Come mostrato nell’immagine in alto, durante l’intera stagione sono previste in totale tra le 19 e le 25 tempeste (tra cui gli uragani), di cui 11 già registrate a partire dall’inizio di giugno.

Le cause dell’elevato numero di intensi eventi atmosferici in Atlantico sono molteplici. Certamente l’elevata temperatura superficiale nel Golfo del Messico, che si attesta tra i 30 e i 32 gradi Celsius, di 3 gradi superiori rispetto alla media climatica del periodo.

Inoltre, anche le condizioni atmosferiche legate a La Niña, previste per la fine dell’estate, favoriranno la formazione e lo sviluppo di imponenti sistemi ciclonici in Atlantico perché determinano in modo indiretto la riduzione dello shear del vento in questa area.