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La presenza di ematite nelle regioni polari non sarebbe spiegabile, data la scarsità di ossigeno e l’assenza di acqua allo stato liquido.
In qualità di vicino cosmico a noi più prossimo nel Sistema Solare, la Luna ci risulta ormai piuttosto nota. Sappiamo che l’ossigeno è praticamente assente e che non c’è acqua se non sotto forma di ghiaccio. Per queste ragioni, il rilevamento di ematite sul nostro satellite ha sconcertato gli scienziati, poiché questa è una forma ossidata del ferro che normalmente – sulla Terra – richiede la presenza di aria e acqua per svilupparsi.
A causare l’ossidazione è una perdita di elettroni, ma nel caso della Luna sarebbe un fenomeno poco chiaro, poiché non ci sarebbero i presupposti per la sua formazione. Il vento solare che la colpisce costantemente, rilasciando un perenne flusso di idrogeno, dovrebbe infatti annullare l’ossidazione.
L’ematite che fa apparire la Luna “arrugginita” è stata scoperta attraverso i dati raccolti dall’orbiter Chandrayaan-1 dell’Indian Space Research Organisation. Grazie al Moon Mineralogy Mapper (M3) progettato dal Jet Propulsion Laboratory della NASA, che utilizza immagini iperspettrali per analizzare la composizione minerale della superficie lunare, il team di ricercatori dell’Università delle Hawaii ha identificato lo strano fenomeno nelle regioni polari.
Ma com’è possibile la presenza di ematite sulla Luna senza acqua allo stato liquido? Secondo l’autore della ricerca pubblicata su Science Advances, Shuai Li, la risposta è nella distribuzione del fenomeno. La reazione roccia-acqua potrebbe risalire a tracce antiche legate ad eventi di impatto: il ghiaccio potrebbe essere mescolato con la regolite lunare e disciolto durante tali eventi.
Un altro dato interessante è che l’ematite si trova principalmente sul lato della Luna che è sempre rivolto verso la Terra, il che suggerisce, secondo Li, che potrebbe essere effettivamente correlata ad essa. La teoria riconduce ad una scoperta passata, secondo la quale l’ossigeno dell’alta atmosfera terrestre può essere soffiato sulla superficie lunare dal vento solare quando la Luna si trova nella coda magnetica terrestre. Quindi, l’ossigeno atmosferico della Terra potrebbe essere il principale ossidante per la produzione di ematite.
Nella fase di luna piena, questa si trova nella coda magnetica terrestre, ovvero la regione di trascinamento della magnetosfera lontano dal Sole. In questa fase, oltre il 99% del vento solare è bloccato dal raggiungere la Luna, il che significa che l’agente riducente dell’idrogeno non si alza completamente nel processo di ossidazione.
In conclusione, il fenomeno potrebbe essere spiegato dalla combinazione di tre elementi principali: minime quantità di acqua molecolare, quasi assenza di ossigeno e un breve lasso di tempo ogni mese dove la “ruggine” può formarsi liberamente. In questo scenario, è possibile che dopo miliardi di anni si ottenga la formazione di ematite su un territorio ostile come quello della Luna.
Tuttavia, il fenomeno lascerebbe ancora parecchi interrogativi. “È interessante notare che l’ematite non è del tutto assente sul lato più lontano della Luna, dove l’ossigeno della Terra potrebbe non essere mai arrivato”, sottolinea Li, “anche se sono state osservate molte meno esposizioni”. Bisognerebbe analizzare il minerale stesso, che potrebbe ancora trattenere isotopi di ossigeno risalenti a miliardi di anni fa e rivelarsi estremamente utile per comprendere meglio la storia dell’evoluzione atmosferica lunare, ma anche di quella terrestre.
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