Un intenso vortice depressionario ha interessato per diversi giorni il Mar Mediterraneo causando maltempo diffuso anche sulla nostra Penisola. In seguito, il minimo di pressione si è mosso verso sud-est raggiungendo in queste ore il Mar Ionio, dove sta subendo un rapido approfondimento.
Questo ciclone riveste un interesse ulteriore perché la struttura appare caratterizzata da un nucleo caldo, peculiarità tipica dei cosiddetti “Tropical Like Cyclone” (TLC) o “Mediterranean Hurricane” (Medicane). Il vapore acqueo fornito dal mare viene spinto in alto dalle correnti ascensionali e i continui processi di condensazione determinano un rilascio di calore latente con conseguente aumento di temperatura del “cuore” della struttura.
Il nome medicane vuole sottolineare proprio la somiglianza esistente tra questi sistemi depressionari e gli intensi cicloni tropicali (dotati anch’essi di un nucleo caldo) che possono dare origine agli uragani in oceano.
Tuttavia, le dimensioni limitate del bacino del Mediterraneo non permettono la formazione di sistemi ciclonici così imponenti: per rendere l’idea, l’estensione massima di un TLC può raggiungere i 200-400 km, mentre un uragano può superare facilmente i 1000 km di diametro. Ma in entrambi i casi, la condizione necessaria alla formazione e all’evoluzione del sistema è rappresentata dalla temperatura superficiale del mare. Ecco perché i Medicane si formano più facilmente in autunno, quando è massimo il contrasto termico tra la temperatura dell’aria e quella del mare.
Il medicane formatosi in queste ore sul Mediterraneo, ribattezzato con il nome “Udine” (fornito dal FU-Berlin), si muove su acque con temperatura superficiale superiore a 27 gradi celsius e mostra chiaramente un ampio sistema di nubi rotanti attorno al minimo depressionario, seppur non ancora organizzate in una struttura simmetrica. Le prossime saranno cruciali per determinare se e in che modo il medicane si intensificherà: tra le varie simulazioni modellistiche, quella fornita dal modello ICON-EU è la più estrema con una velocità dei venti previsti fino a 200 km/h!
Nonostante questo scenario non sia condiviso completamente dagli altri modelli, appare probabile una intensificazione del sistema che potrebbe raggiungere (in termini di velocità dei venti) la categoria 1 di uragano della scala Saffir-Simpson. Massima attenzione per le coste greche dove il sistema potrebbe fare il suo landfall durante la giornata di venerdì.
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