Tempo di lettura: 2 minuti.
Una ricerca internazionale è riuscita a quantificare il calore in eccesso accumulato dal pianeta negli ultimi 60 anni. I valori dell’energia in esubero sono quasi raddoppiati soltanto nell’ultimo decennio.
Per la prima volta in assoluto possiamo sapere quanto calore in eccesso ha immagazzinato la Terra fino ad oggi a causa dei cambiamenti climatici e dove finisce l’energia in esubero. Lo ha annunciato il Global Climate Observing System con la pubblicazione della prima valutazione completa dell’accumulo di calore extra dal 1960 al 2018, risultato della collaborazione di oltre 30 ricercatori in tutto il mondo.
L’equilibrio del sistema climatico terrestre è ciò da cui dipendono gli interi ecosistemi esistenti ed è fondamentale per garantire la vita sul pianeta. Secondo il nuovo studio, lo squilibrio energetico della Terra (EEI), che si traduce nella differenza tra la quantità di energia immagazzinata dal pianeta e quella che ritorna nello spazio, ha subito un forte incremento negli ultimi 60 anni, arrivando a raddoppiare nell’ultimo decennio rispetto al valore medio 1971-2018.
Ma dove finisce tutto il calore accumulato?
Di tutto il calore in eccesso, guidato dalla Co2 di origine antropica, soltanto l’1% risiede nell’atmosfera, mentre il resto (89%) viene assorbito dagli oceani. Il 6% del calore in esubero è assorbito dal suolo, mentre il 4% è responsabile della fusione del ghiaccio marino e terrestre, causando come impatto diretto l’innalzamento del livello del mare, il riscaldamento del suolo, degli oceani e dell’atmosfera. Questa catena di distribuzione dell’energia surplus alimenta costantemente il riscaldamento globale, modificando l’intero sistema atmosferico e oceanico, comprese le correnti e gli eventi atmosferici.
Il bilancio energetico terrestre si basa essenzialmente sulla parità tra l’energia assorbita, che consiste soprattutto nella radiazione solare – a onda corta, e l’energia espulsa, ovvero quella infrarossa – a onda lunga – immessa dalla Terra nello spazio. Se i due processi non si eguagliano, la causa è da imputare ad una forzante esterna in grado di sovvertire quell’equilibrio, in questo caso l’aumento della concentrazione di gas serra.
Le molecole dei gas serra, che operano a onda lunga, sono infatti in grado di interferire con la radiazione infrarossa, impedendole di disperdersi nello spazio – i gas serra intrappolano il calore in atmosfera. L’aumento delle temperature globali come conseguenza è in sostanza il sintomo di un esubero di energia che non viene liberata, ma immagazzinata costantemente.
I risultati dello studio evidenziano inoltre che l’EEI non solo è costante, ma in aumento: dal 1971 la Terra ha accumulato complessivamente circa 458 triliardi di joule, pari a circa 0,47 W/mq, mentre nell’ultimo decennio lo squilibrio è quasi raddoppiato per un valore di 0,87 W/mq.
Il calcolo dell’EEI si rivela essenziale come metrica per valutare la risposta terrestre ai cambiamenti climatici e ai tentativi di arginarne gli effetti. Secondo i ricercatori, per ripristinare il bilancio energetico terrestre, bisognerebbe ridurre la Co2 in atmosfera dalla concentrazione attuale di quasi 410 ppm a circa 350 ppm, riducendo l’EEI approssimativamente a zero per ottenere una condizione di quasi equilibrio nel sistema climatico terrestre.
Località | T°C |
---|---|
Siracusa | 28° |
Catania | 27° |
Palermo | 26° |
Lecce | 25° |
Messina | 24° |
Crotone | 24° |
Taranto | 24° |
Brindisi | 24° |
Oristano | 24° |
Trapani | 24° |
Località | T°C |
---|---|
Cuneo | 15° |
L'aquila | 15° |
Belluno | 16° |
Biella | 17° |
Aosta | 17° |
Potenza | 17° |
Trieste | 17° |
Varese | 17° |
Rieti | 18° |
Lecco | 18° |