Mondo alle prese con Covid-19, ma una nuova minaccia infettiva globale è alle porte

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La resistenza agli antibiotici è una questione già viva e presente in tutto il mondo, che cresce costantemente e nel silenzio. Ma la portata di questa minaccia potrebbe essere del livello dell’emergenza coronavirus, secondo gli esperti.

Mentre il mondo è alle prese con la pandemia Covid-19, una nuova minaccia infettiva globale potrebbe essere pronta a dilagare, secondo gli esperti. Attualmente abbiamo già a che fare con potenziali nuove malattie a causa dei batteri resistenti agli antibiotici, ma la questione si sta manifestando in sordina, poiché piuttosto che prendere d’assalto intere popolazioni in breve tempo, questi si diffondono lentamente. Potrebbe ugualmente trattarsi di un’emergenza del livello di Covid-19, avvertono gli esperti, ma che colpirebbe con un percorso più lento e costante.

Secondo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), nel mondo circa 700.000 persone muoiono ogni anno a causa di infezioni batteriche resistenti agli antibiotici. La somministrazione superflua di antibiotici e l’uso eccessivo negli allevamenti di bestiame, insieme ad altri fattori, sono tra le cause principali della difficoltà – talvolta impossibilità – di trattare molte infezioni batteriche. Questo perché la piccola porzione di batteri che sopravvive agli antibiotici si evolve e riproduce, alimentando la resistenza di volta in volta.

Le probabilità che molte infezioni diventino non trattabili aumenta sempre di più, osserva Sara Fortune, docente di immunologia e malattie infettive all’Università di Harvard, “e le infezioni batteriche incurabili sono molto dannose”. Ogni anno muoiono 230.000 persone soltanto per la tubercolosi resistente agli antibiotici, ad esempio.

Della minaccia rappresentata dalla resistenza agli antibiotici – e del loro uso eccessivo nel mondo – non si parla abbastanza, secondo gli esperti. “A differenza del Covid-19, che è arrivato all’improvviso ed è esploso sulla scena, la crisi dei superbatteri continua a ribollire”, ha affermato Steffanie Strahdee, docente di medicina presso l’Università della California. “È già una pandemia. È già una crisi globale, e sta peggiorando con Covid”.

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Rispetto al pericolo esistente, il mondo non è assolutamente preparato in termini di prevenzione e controllo delle infezioni, ha evidenziato Lance Price, direttore dell’Antibiotic Resistance Action Center presso la George Washington University, “e un sistema sanitario pubblico malfunzionante rende il problema molto più difficile da risolvere.

Gran parte dell’attenzione e delle risorse che sarebbero dedicate alla minaccia dei batteri resistenti sono attualmente impiegate nel tentativo di sconfiggere il Covid-19, fa notare Strathdee. In questo senso, la pandemia di coronavirus potrebbe, perversamente, peggiorare il problema dei batteri resistenti agli antibiotici.

Recentemente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha chiesto un uso più scrupoloso degli antibiotici tra i pazienti affetti da Covid-19, tra i quali gran parte (circa il 70%) ha ricevuto antibiotici, mentre soltanto l’8% di questi presentava infezioni batteriche o fungine.

La continua capacità di adattamento dei batteri suggerisce la necessità di concentrarsi sull’uso corretto degli antibiotici e sullo sviluppo di nuovi farmaci efficaci, ormai fermo da decenni. Molte aziende farmaceutiche hanno però abbandonato o non considerato gli sforzi in tal senso per profitti insoddisfacenti.

Oltre allo sviluppo di nuovi antibiotici, un’altra soluzione si potrebbe rivelare efficace nella lotta ai batteri resistenti: combattere i virus con altri virus. I fagi o batteriofagi sono una categoria di virus che attacca soltanto batteri specifici. Trovando il fago in grado di annientare un tipo di batterio, è possibile usarlo per combattere l’infezione in atto.

Casi di superbatteri debellati completamente attraverso la terapia dei fagi sono già documentati e nuove sperimentazioni sono in preparazione presso l’IPATH, di cui Strathdee è co-fondatrice. “La persona media non sa quanto sia grande il problema”, ha affermato. “Ciò di cui abbiamo bisogno è una gigantesca libreria di fagi che sia open-source, che potrebbe essere utilizzata per abbinare i fagi a una specifica infezione batterica e utilizzata con antibiotici per curare questi superbatteri”.

Tutto questo richiede però la cooperazione internazionale, finanziamenti sostenuti per le organizzazioni sanitarie e un approccio migliore per colmare le lacune nel sistema sanitario mondiale, per aumentare la resilienza nei confronti di nuove possibili minacce per la salute globale.

Articolo di Erika del 05 Ottobre 2020 alle ore 18:15

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