Cambiamento climatico: aumenteranno anche le “mega-siccità”

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Una ricerca dell’Università del Queensland suggerisce anche le siccità  lunghe decenni potrebbero aumentare a causa del riscaldamento globale.

L’aumento di eventi meteorologici estremi legato al cambiamento climatico non riguarderà soltanto fenomeni isolati, ma anche a lungo termine. Secondo un nuovo studio dell’Università del Queensland, pubblicato su Nature Scientific Reports, anche le mega-siccità – che durano anche decenni o più – saranno più frequenti, non solo a causa della scarsità d’acqua, ma anche della riduzione della copertura nevosa invernale, incendi boschivi più frequenti ed erosione eolica.

I risultati dello studio, guidato dal professor Hamish McGowan, arrivano con l’analisi dei documenti geologici di 116.000-129.000 anni fa, che hanno fornito un indicatore di ciò che potrebbe verificarsi in un mondo più caldo e secco. “Abbiamo scoperto che, in passato, una quantità simile di riscaldamento è stata associata a condizioni di grande siccità in tutto il sud-est dell’Australia”, ha affermato McGowan. “Queste condizioni più secche hanno prevalso per secoli, a volte per più di 1.000 anni, con gli eventi di El Niño che molto probabilmente aumentavano la loro gravità”.

Il team, attraverso la paleoclimatologia, ha cercato di prevedere gli scenari possibili in un mondo più caldo nei prossimi 20-50 anni. Nel periodo analizzato, detto Eemiano, le temperature erano simili ad oggi, probabilmente leggermente più calde, in risposta alla forzatura orbitale, ovvero l’effetto sul clima dei lenti cambiamenti nell’inclinazione dell’asse terrestre e nella forma dell’orbita terrestre attorno al Sole. Nell’era moderna, il riscaldamento è invece causato dalle alte concentrazioni di gas serra, spiega McGowan, ma l’Eemiano rappresenta comunque un buon analogo per le previsioni climatiche future.

I ricercatori hanno prelevato dei campioni di polvere di carbonato di calcio contenuta all’interno delle stalagmiti nelle grotte di Yarrangobilly, nell’area settentrionale del Parco nazionale di Kosciuszko. L’analisi dei campioni ha permesso di identificare i periodi di precipitazione significativamente ridotta durante il periodo Eemiano: i risultati sono tra i più allarmanti che gli scienziati del clima abbiano identificato negli ultimi decenni, secondo McGowan.

“Ci auguriamo che questa nuova ricerca consenta nuove intuizioni sul nostro clima futuro e sui rischi che potrebbe comportare, come la siccità e gli incendi boschivi associati. Ma, cosa importante, se gli esseri umani continuano a riscaldare il pianeta, questo è il futuro che potremmo aspettarci tutti”.

Articolo di Erika del 02 Novembre 2020 alle ore 16:21

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