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L’A68 è in rotta verso la Georgia del Sud e minaccia l’intero ecosistema locale. Secondo gli esperti, l’impatto potrebbe lasciare la gigante lastra di ghiaccio ancorata all’isola per 10 anni.
L’iceberg A68a potrebbe abbattersi contro la Georgia del Sud nell’Oceano Atlantico meridionale, mettendo a rischio migliaia di animali. L’allarme arriva dalle immagini dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che mostrano l’iceberg più grande del mondo in rotta verso l’isola, dove è collocato un importante rifugio di pinguini antartici le cui rotte di foraggiamento potrebbero restare bloccate per oltre un decennio.
Il rischio è che l’enorme lastra di ghiaccio possa radicarsi in prossimità delle coste, spiegano i ricercatori della British Antarctic Survey (BAS), interrompendo potenzialmente l’ecosistema locale. “Se l’iceberg dovesse bloccarsi, potrebbe rimanere lì per 10 anni”, ha affermato l’ecologo del BAS Geraint Tarling in un comunicato.
L’A68a è una gigantesca lastra che si è distaccata dalla piattaforma Larsen C in Antartide nel luglio 2017. Inizialmente misurava più di 6.000 km quadrati di area ed è rimasta ancorata alla banchisa bloccata dai ghiacci marini. In seguito l’iceberg ha preso il largo, dirigendosi a nord verso le Isole Sandwich australi. Il passaggio in acque più calde ha favorito la frammentazione della lastra, la cui estensione si è ridotta fino a 5.100 km quadrati circa ad aprile. Ad oggi si stima che sia grande 4.700 km quadrati circa, ovvero 3,5 volte la città di Roma.
Attualmente, l’iceberg si trova a soli 350 km di distanza dalla Georgia del Sud, un territorio montuoso che ospita una ricca fauna selvatica. L’impatto di A68a con le coste sarebbe devastante: oltre a ferire gli animali durante la collisione, potrebbe ostacolare le normali rotte di foraggiamento che essi utilizzano durante le stagioni di allevamento di pulcini e cuccioli. “La distanza effettiva che [gli animali] devono percorrere per trovare cibo (pesce e krill) è davvero importante”, ha spiegato Tarling. “Se devono fare una grande deviazione, significa che non torneranno in tempo dai loro piccoli per evitare che nel frattempo muoiano di fame”.
Secondo Peter Fretwell, esperto del BAS, c’è ancora la possibilità che le correnti oceaniche possano trasportare l’A68a lungo la costa dell’isola evitando un impatto significativo. Se l’iceberg dovesse intraprendere questo percorso, potrebbero esserci addirittura dei benefici per la fauna selvatica: l’enorme quantità di polveri e ingredienti che viaggiano a bordo dell’A68a potrebbe fertilizzare il plancton locale, fornendo ingredienti aggiuntivi a pesci, pinguini e foche. “Questo plancton assorbe anche il carbonio dall’atmosfera, compensando parzialmente le emissioni di Co2 umane”, ha affermato Tarling.
Le conseguenze di una collisione avrebbero invece un effetto opposto: in acque poco profonde si svilupperebbe un eccesso di nutrienti e di acqua dolce, che insieme all’ombra formata dal ghiaccio impedirebbe la formazione di alghe marine, da cui dipende gran parte della vita marina. Per adesso, il gigante ghiacciato resta sotto osservazione, sperando in un cambio di rotta e scongiurando quello che sarebbe un grave disastro ambientale.
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