La tempesta di sabbia “Godzilla” potrebbe essere stata causata dal riscaldamento nell’Artico

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L’enorme nuvola ha viaggiato dalla costa occidentale dell’Africa alle Americhe, con pennacchi alti fino a 8.000 metri.

L’enorme tempesta di sabbia denominata “Godzilla” proveniente dall’Africa occidentale potrebbe essere stata innescata dal riscaldamento dell’Artico. La nuvola si era sollevata  dal deserto del Sahara nello scorso giugno, per poi viaggiare verso gli Stati Uniti raggiungendo dimensioni e densità record. Ora una ricerca suggerisce che la grandezza dell’evento potrebbe essere una conseguenza della riduzione del ghiaccio marino e dell’aumento delle temperature degli oceani.

Per gran parte del mese di giugno, i venti hanno letteralmente fatto il giro del globo, intrappolando efficacemente un sistema di alta pressione nell’Africa nord-occidentale che ha intensificato i venti nord-orientali sul Sahara per quattro giorni, spostando grandi quantità di polvere. La forte attività eolica ha coinciso con un periodo di minimo record dell’estensione del ghiaccio marino artico, un evento che suggerisce una correlazione tra la regione artica in riscaldamento e i modelli di vento globale, secondo i ricercatori.

Ogni anno, tra la tarda primavera e l’inizio dell’autunno una massa d’aria secca e carica di polvere, il Saharan Air Layer (SAL), si alza ogni 3-5 giorni dal deserto del Sahara nell’atmosfera. Stando ai dati della NOAA, queste nuvole raggiungono altitudini fino a 6.000 metri e sono in grado di viaggiare per migliaia di chilometri attraverso l’Oceano Atlantico, oscurando il cielo fino alle coste del Golfo degli Stati Uniti e rilasciando in abbondanza sedimenti ricchi di nutrienti lungo il bacino del Rio delle Amazzoni in Sud America.

La tempesta Godzilla del 2020 è stata però eccezionale, diventando la nube di polvere più grande e concentrata mai registrata nel Sahara. L’arrivo della nuvola di polvere nel Golfo il 25 giugno ha conferito al cielo un colore brunastro, innescando allarmi per la qualità dell’aria in più stati. In alcune zone, la tempesta ha trasportato circa il 70% di polvere in più rispetto alla media, con pennacchi estesi fino a 8.000 chilometri.

Il sistema ad alta pressione che ha energizzato e alimentato la tempesta di sabbia ha anche intensificato l’African Easterly Jet, una corrente a getto sul Sahara, che ha trasportato rapidamente la polvere verso i Caraibi e gli Stati Uniti meridionali, spiega l’autore principale dello studio Diana Francis, della Khalifa University of Science and Technology negli Emirati Arabi Uniti. Allo stesso tempo si osservava una copertura di ghiaccio marino artico eccezionalmente bassa, una delle più basse dall’inizio delle osservazioni satellitari. Ciò avrebbe modellato un’anomalia su larga scala in cui i venti artici si sono spinti più a sud di quanto non faccia normalmente, fa notare il team, interrompendo altri modelli e rafforzando il sistema ad alta pressione e i venti persistenti da nord-est che hanno dato vita a Godzilla.  

“Se tali modelli diventeranno più comuni in un mondo più caldo, è plausibile che questi focolai di polvere estremi aumenteranno di frequenza in futuro”, hanno scritto gli scienziati nell’articolo pubblicato su Live Science. Inoltre, un aspetto preoccupante è legato al fatto che la tempesta sia stata seguita da una delle stagioni degli uragani più attive di sempre, poiché studi precedenti hanno dimostrato che le tempeste particolarmente dense di polvere sull’Atlantico sono in grado di sopprimere i cicloni tropicali raffreddando le acque oceaniche. A tal proposito, il coautore dello studio Amato Evans ha affermato: “O il 2020 è solo un anno in cui tutto è sottosopra, o abbiamo davvero bisogno di rivalutare la nostra comprensione di come la polvere influisce sul sistema climatico”.

Articolo di Erika del 10 Dicembre 2020 alle ore 18:21

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