Inquinamento, riscaldamento globale e abuso di risorse in prima linea nella minaccia alla fauna selvatica e alle piante.
La biodiversità del nostro pianeta è sempre più in declino, con perdite preoccupanti tra molte specie animali e vegetali. L’allarme arriva dal nuovo rapporto dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN): altre 31 specie sono scomparse negli ultimi anni, tra cui mammiferi, rettili e diverse piante. Moltissime sono anche le nuove specie a rischio, tra cui i delfini di acqua dolce.
Tra le specie scomparse segnalate dal rapporto ci sono la rana arlecchino Chiriqui, avvistata l’ultima volta nel 1996, la rana arlecchino avvizzita, mai più vista dal 1986, la rana craugostor myllomyllon, il cui ultimo esemplare osservato risale al 1978. Oltre una ventina di specie di rane sono invece dichiarate a rischio di estinzione o potenzialmente estinte. Anche lo squalo Carcharhinus obsoletus del Mar Cinese Meridionale è ufficialmente scomparso, il cui ultimo avvistamento risale addirittura al 1934. Come per questa specie, anche per le 17 specie di acqua dolce endemiche del lago Lanao, nelle Filippine, la sorte è stata segnata soprattutto dalla pesca eccessiva e dalla minaccia costituita da specie non endemiche, secondo l’IUCN.
Oltre alla nota minaccia esistente per gran parte degli squali, anche per i delfini di acqua dolce le condizioni stanno diventando sempre più critiche. Tutti i delfini d’acqua dolce sono infatti ufficialmente nella Lista Rossa, con la specie tucuxi, nota anche come sotalia, gravemente minacciata soprattutto dalla pesca, che ne causa la morte accidentale tra le reti, dall’inquinamento e dalla costruzione di dighe. Molte delle specie minacciate o scomparse sono endemiche dell’America centrale o del Sudamerica, come la sotalia che si trova nel sistema fluviale dell’Amazzonia.
Buone notizie arrivano invece per il bisonte europeo, tra le pochissime specie a passare da “vulnerabili” a “quasi minacciate”. Il rischio per questo grande mammifero al momento è scongiurato grazie ai continui sforzi di conservazione, con dati positivi concentrati negli ultimi due decenni. Dal 2003 al 2019 la popolazione selvaggia di bisonti europei è salita da 1.800 a 6.200 esemplari circa, con risultati promettenti nella reintroduzione in natura – prima degli anni ’50 l’animale sopravviveva soltanto in cattività. Attualmente, la specie popola soprattutto la Polonia, la Bielorussia e la Russia, sebbene la tutela di questi animali richieda ancora molto impegno e la necessità di istituire aree protette.
Le perdite nella biodiversità riguardano anche diverse piante, in particolare a causa del cambiamento climatico e delle specie invasive. A rischio ci sono ben 133 specie di querce su un totale di 430, la maggior parte delle quali si trova in Cina, poi in Messico, Vietnam, Stati Uniti e Malesia. Grave è l’impatto della deforestazione, ma anche del riscaldamento globale e dell’introduzione di specie invasive, che stanno mettendo a rischio anche gli alberi di Macadamia.
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