WMO: si è chiuso il buco dell’ozono da record che si era formato nel 2020

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Il 28 dicembre il buco dell’ozono eccezionale che si era sviluppato sopra il continente antartico nel 2020 si è chiuso. Ad annunciarlo la World Meteorological Organization (WMO): era uno dei più grandi e profondi mai registrati, con un’estensione da record raggiunta tra il mese di agosto e settembre, pari a 24,8 milioni di chilometri quadrati. Oltre alla dimensione, il buco dell’ozono si è distinto per la durata estremamente breve.

La distruzione chimica dell’ozono dipende soprattutto dalla temperatura della stratosfera, ovvero lo strato dell’atmosfera che si trova tra i 10 e i 50 km circa di altitudine. In particolare, è la formazione delle nubi stratosferiche polari a determinare lo sviluppo del buco dell’ozono, che si formano a temperature inferiori a -78 °C, spiega la WMO.

Anche la luce solare influisce sulla distruzione dell’ozono, poiché influisce sulle reazioni chimiche all’interno delle nuvole stratosferiche polari, che contengono cristalli di ghiaccio capaci di trasformare i composti non reattivi in composti reattivi. Per questo motivo lo sviluppo del buco dell’ozono avviene a cavallo tra l’inverno e la primavera per l’emisfero australe.

Generalmente, le dimensioni del buco aumentano durante la primavera, raggiungendo un picco massimo verso settembre – ottobre, per poi tornare a livelli normali a dicembre. Nel corso dell’anno il vortice polare si è rivelato particolarmente forte e stabile, mantenendo le temperature dello strato di ozono sull’Antartide costantemente basse. Il programma europeo Copernicus ha riferito che per gran parte della stagione le concentrazioni di ozono stratosferico hanno raggiunto valori vicini  allo zero, con la chiusura del buco dell’ozono il 28 dicembre.