Covid: in Italia 440.000 disoccupati in più, ripresa economica possibile solo se green

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I dati più critici si registrano per le donne e i giovani, mentre c’è stato un leggero incremento dell’occupazione per gli over 50.

Con la pandemia l’Italia ha perso circa 440.000 occupati rispetto al 2019, che si sommano ai 482.000 inattivi e ad un incremento delle disuguaglianze tra uomini e donne nel mondo del lavoro. Penalizzati molto anche i giovani, con dati leggermente in miglioramento soltanto per gli over 50, secondo gli ultimi dati Istat. La ripresa economica dovrà essere green, sottolinea Unioncamere, con strategie ecosostenibili necessarie che richiederanno 1,6 milioni di lavoratori entro i prossimi 5 anni.

I piani adottati dal governo per tamponare l’emergenza sanitaria ed economica, come il ricorso alla cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti temporanei, non hanno scongiurato un crollo drammatico nell’occupazione degli italiani, che vede un 2020 critico soprattutto per il settore femminile: 312.000 unità in meno rispetto alle 132.000 unità maschili. Al contempo, il tasso di inattività è aumentato significativamente tra i più giovani, con un incremento del 3% per la fascia d’età 15-24 anni, 2,7% per la fascia 25-34 anni, 14% per la fascia 35-49 anni. Di contro, per la fascia 50-64 anni si registra un aumento dell’occupazione dello 0,3% rispetto al periodo pre-pandemia.  

Alla luce di una situazione tanto critica, le previsioni del Sistema informativo Excelsior presentate da Unioncamere per il periodo 2020-2024 suggeriscono che le basi per una ripresa economica efficiente sarebbero nella transizione ecologica, sebbene questa non sia attualmente al centro del dibattito al governo. Nei prossimi 5 anni sarebbero 2,7 milioni di persone ad entrare nel mondo del lavoro, di cui almeno il 62% dovrà avere delle competenze nella green economy. L’attitudine alla sostenibilità ambientale potrebbe diventare addirittura un fattore determinante ai fini dell’assunzione.

Secondo Unioncamere, la domanda di “green skill” riguarderà gran parte delle professioni, soprattutto per i profili tecnici e ad elevata specializzazione. Un fattore che andrà chiaramente di pari passo con la formazione professionale, che richiederà percorsi di riqualificazione adeguati e i provvedimenti necessari a colmare le attuali lacune nella formazione dei lavoratori. Un altro tema fondamentale che, insieme alla transizione ecologica, resta ancora trascurato dalle questioni centrali nella definizione del nuovo governo.

Fonte: Greenreport

Articolo di Erika del 02 Febbraio 2021 alle ore 11:40

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