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“Tutti i lavoratori dovranno essere protetti, ma sarà un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche: alcune dovranno cambiare, anche radicalmente”.
Soltanto da pochi giorni l’Italia ha finalmente presentato a Bruxelles la Strategia nazionale sulla riduzione dei gas serra, si può dire con oltre un anno di ritardo. Ma l’intervento al Senato del nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi sembra promettente, con una serie di obiettivi incentrati sulla sostenibilità ambientale e lo sviluppo economico in favore del clima. “I nostri modelli di crescita dovranno cambiare”, ha affermato nel suo discorso il premier.
Il riscaldamento globale ha effetti diretti sulla salute umana e la nostra vita, che nel nostro Paese renderebbero ancora più critica la fragilità idrogeologica di molti territori, nonché il rischio di rendere inabitabili molte zone costiere a causa dell’innalzamento dei mari. “Lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo”, osserva Draghi in merito al rischio di future pandemie come quella attuale. Pertanto, bisogna guardare al progresso e al benessere sociale scegliendo un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori e biodiversità saranno al centro delle azioni del Governo.
Molti modelli di crescita dovranno cambiare, come il turismo, che prima della pandemia rappresentava il 14% dell’economia italiana. I lavoratori e imprenditori del settore turistico devono essere aiutati ad uscire dal disastro creato dalla pandemia, ma senza tralasciare l’importanza della conservazione e la tutela dei nostri territori e del nostro patrimonio artistico e culturale.
Tutti i lavoratori dovranno essere protetti, osserva Draghi, “ma sarà un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche: alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi.” La pandemia penalizza alcuni settori produttivi, come anche il cambiamento climatico. L’obiettivo è assicurare una ripresa economica ed un’espansione attraverso politiche che facilitino l’innovazione e creino domanda per le nuove attività sostenibili. “Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta.”
Riguardo il Piano di ripresa e resilienza, sarà rafforzato il programma del precedente governo Conte, incentivando la produzione di energia da fonti rinnovabili, gli obiettivi sull’inquinamento atmosferico e delle acque, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G. “Non basterà elencare progetti che vogliamo realizzare nei prossimi anni, dobbiamo dire dove vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’Unione Europea intende arrivare a zero emissioni nette di CO2 e gas climalteranti”.
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