Mauritius: imbarcazione carica di petrolio minaccia nuovo disastro ambientale

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Il peschereccio cinese si è arenato giorni fa e rischia di compromettere gli ecosistemi locali e le fonti di sussistenza della popolazione.

Soltanto a luglio dell’anno scorso un gravissimo disastro ambientale si era verificato nelle acque dell’arcipelago di Mauritius, con la fuoriuscita di migliaia di tonnellate di petrolio da una nave commerciale giapponese. A pochi mesi di distanza un nuovo incidente rischia di compromettere ancora una volta gli ecosistemi marini locali, a causa di un peschereccio arenato al largo di Pointe-aux-Sables, non molto distante dalla capitale Port Louis.

L’imbarcazione, battente bandiera cinese, trasporta circa 130 tonnellate di petrolio e 5 tonnellate di lubrificanti. La guardia costiera e le forze armate sono intervenute dopo la chiamata del capitano Lurong Yuan Yu, riporta Al Jazeera, nella giornata di domenica 7 marzo. Per ora lo scafo sarebbe intatto, secondo le dichiarazioni del ministro della Pesca Sudheer Maudhoo, sebbene dalle immagini catturate dai droni appaiano diverse chiazze nere attorno all’imbarcazione. Intanto ieri sono iniziate le operazioni per liberare il peschereccio bloccato ed estrarre il carburante in sicurezza.

Ad oggi non è ancora chiaro se le sostanze fuoriuscite siano oli lubrificanti, come affermato dalle autorità locali, o altre sostanze. Le notizie sull’accaduto sono ancora vaghe ed è difficile non pensare al disastro del 25 luglio scorso, considerato il peggior disastro ambientale di sempre a Mauritius. La petroliera giapponese, battente bandiera panamense, si incagliò per il maltempo con 4.000 tonnellate di idrocarburi a bordo, spezzandosi in due. La fuoriuscita contaminò le acque fino alla costa, uccidendo numerosi cetacei e creature marine.

Il peschereccio cinese potrebbe restare incagliato ancora per parecchi giorni, minacciando la sopravvivenza delle specie marine e le riserve di sussistenza della popolazione locale, basata principalmente sulla pesca e il turismo. Gli ultimi avvenimenti hanno acceso le proteste di decine di migliaia di persone e delle organizzazioni ambientaliste contro il governo, che anche stavolta ha mancato di un’azione tempestiva e urgente.

Articolo di Erika del 10 Marzo 2021 alle ore 19:45

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