È una delle peggiori tempeste di sabbia registrate in Cina da oltre un decennio. I livelli di PM10 hanno raggiunto gli 8.000 microgrammi per metro cubo, superando di 160 volte i limiti di sicurezza dell’OMS.
Nelle ultime ore la città di Pechino è stata letteralmente avvolta da una nube di polvere, in quella che è una delle peggiori tempeste di sabbia da almeno un decennio. La polvere combinata con il forte inquinamento atmosferico ha creato una foschia tossica che ha oscurato l’orizzonte e colorato il cielo di arancione. I venti di burrasca provenienti dalla Mongolia hanno soffiato la polvere dal deserto del Gobi oltre il confine, dopo aver lasciato nel paese 341 persone scomparse.
Il mix letale delle polveri con le alte concentrazioni di inquinamento atmosferico, in seguito alla ripresa delle attività nel Paese che esce dal lockdown, ha portato ad un indice della qualità dell’aria a dir poco allarmante: nella città si registra il massimo AQI di 999, secondo il World Air Quality Index – nello stesso momento a New York si registra 26. “Questa è la tempesta di sabbia più intensa che il nostro paese abbia visto in 10 anni, così come copre l’area più ampia”, ha osservato il Centro meteorologico nazionale cinese dopo aver emesso l’allerta.
A Pechino sono stati cancellati oltre 400 voli in entrata e in uscita, mentre le autorità hanno ordinato ai residenti di restare in casa, anche se molti si sono avventurati per strada per immortalare lo scenario quasi surreale della città arancione.
Le tempeste di sabbia non sono rare a Pechino e nel nord della Cina a causa della vicinanza al deserto del Gobi. A partire dagli anni ‘50, la deforestazione e l’erosione del suolo, soprattutto al nord del paese, hanno alimentato tempeste di sabbia più frequenti e più intense. Le foreste che un tempo si trovavano al confine con la Mongolia e fungevano da cuscinetto naturale contro la sabbia sono state per gran parte abbattute.
Tuttavia, il programma di riforestazione Three-North Shelter Forest nato nel 1978 ha contribuito ad arginare i danni, riducendo il periodo medio in cui la sabbia raggiunge Pechino ad ogni tempesta da 26 giorni negli anni ’50 a soli 3 giorni nel 2010. Nell’ambito del progetto, circa 5 milioni di ettari di alberi saranno piantati al confine con la Mongolia entro il 2050. Purtroppo, però, in futuro le tempeste potrebbero arrivare a peggiorare in ogni caso come conseguenza del cambiamento climatico, che ha reso i venti più forti e aumentato le probabilità di eventi eccezionali.
Ciò che preoccupa inoltre è il livello spaventoso di inquinamento atmosferico che Pechino e altre città cinesi si trovano ad affrontare, a causa della dipendenza dai combustibili fossili, il costante aumento della popolazione e del traffico. I livelli di PM10 a Pechino durante la tempesta hanno raggiunto gli 8.000 microgrammi per metro cubo, oltre 160 volte il limite di sicurezza stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
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