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La tempesta che ha colpito la Cina ha trasportato enormi quantità di polveri sottili, incrementando significativamente la tossicità dell’aria. Eventi come questo implicano una serie di conseguenze per l’ambiente e la salute. In che modo stanno cambiando?
I cieli di Pechino si sono colorati di arancione nei giorni scorsi a causa di quella che è stata definita una delle peggiori tempeste di sabbia degli ultimi 10 anni. Ciò che preoccupa gli esperti, però, non è soltanto l’intensità della tempesta, ma il pericolo costituito per la salute pubblica: non si è trattato propriamente di una tempesta di sabbia, in realtà, ma di una “tempesta di polvere”, una minaccia ben più seria in termini di qualità dell’aria.
La differenza tra i due fenomeni è cruciale e si riduce essenzialmente ad una questione di dimensioni. I granelli di sabbia sono particelle minerali di diametro superiore a 0,06 mm, qualcosa che possiamo percepire fisicamente in una giornata ventosa sulla spiaggia. Le particelle di polvere (o limo e argilla in geologia), invece, sono più piccole e meno percettibili al tatto, ed essendo più leggere possono viaggiare molto più lontano, restando sospese in un processo atmosferico globale che le trasporta in tutto il mondo. Mentre la sabbia non percorrerà facilmente centinaia di chilometri, la polvere può farlo, anche per distanze decisamente più lunghe.
Le particelle di polvere più fini, che identifichiamo come PM10 (inferiori a 10 micrometri) e PM2,5 (inferiori a 2,5 micrometri, costituiscono un grave rischio per la salute, poiché sono abbastanza piccole da entrare in profondità nei polmoni. Nei giorni in cui si è verificata la tempesta, i livelli di PM10 a Pechino hanno raggiunto gli 8.000 microgrammi per metro cubo, facendo salire l’indice della qualità dell’aria (AQI) fino ad un valore di 999, superando di 160 volte circa i limite massimo consentito dall’OMS.
Le tempeste di polvere in Cina si verificano da molto prima che gli umani avessero un sostanziale impatto sul paesaggio. Nel corso di milioni di anni, enormi volumi di polvere sono stati generati dall’avanzamento e il ritiro delle calotte glaciali, accumulandosi in depositi noti come “loess”. Questi nutrienti hanno raggiunto uno spessore fino a 350 metri, arrivando a formare l’Altopiano cinese del Loess e rendendo fertile il terreno agricolo. È in gran parte questo terreno agricolo che ora viene nuovamente eroso dal vento e sta ricircolando come polvere.
Ma in che modo queste tempeste stanno cambiando? Fino a che punto si tratta di processi naturali? Quali sono le implicazioni del cambiamento climatico e della gestione del territorio?
Ci sono molte prove che la frequenza delle tempeste di sabbia in Cina sia diminuita negli ultimi decenni, ma allo stesso tempo si sono registrati più fenomeni in alcune regioni negli ultimi secoli, con molta variabilità all’interno del paese. A livello globale, il quadro è altrettanto complesso: studi in Israele hanno suggerito un aumento delle tempeste di sabbia negli ultimi 30 anni, mentre altre ricerche hanno evidenziato una riduzione degli eventi in altre regioni.
Uno studio recente ha esaminato la correlazione tra i diversi regimi dinastici e il cambiamento climatico con la frequenza delle tempeste di polvere in Cina negli ultimi 2000 anni. I risultati hanno mostrato che un aumento delle tempeste di polvere ha coinciso sia con l’incremento della popolazione che con il rafforzamento della circolazione dei monsoni asiatici. Paradossalmente, la maggiore attività delle tempeste di sabbia si è verificata durante i periodi di maggiori precipitazioni, che hanno permesso alle dinastie di prosperare e alla popolazione di crescere, aumentando la domanda di bonifica dei terreni agricoli.
Diversamente da altri luoghi, dove il processo risulta essenzialmente naturale, in Cina appare un quadro desolante dell’erosione del paesaggio, della perdita di terreni agricoli produttivi, dell’inquinamento atmosferico grave e degli impatti sulla salute. Tuttavia, il ruolo delle tempeste di polvere nel trasporto di nutrienti minerali è considerato cruciale per gli oceani in qualità di “fertilizzanti” del fitoplancton – la base della maggior parte delle catene alimentari oceaniche. In tal senso, possiamo guardare alla polvere trasportata dalle tempeste, come quella osservata nei giorni scorsi a Pechino, come qualcosa di multiforme e globale.
Fonte: The Conversation.
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