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La capacità di assorbimento di carbonio dell’atmosfera e gli oceani si sta esaurendo. Quanta CO2 possiamo ancora emettere per contenere il riscaldamento globale entro gli 1,5 °C?
L’Unione europea e gli USA con Joe Biden hanno promesso di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, la Cina entro il 2060. Gli impegni per arrivare alle emissioni nette zero stanno lentamente diventando il centro degli obiettivi di diverse realtà economiche, man mano che la questione del riscaldamento globale diventa uno scenario non così lontano. Ma mentre il mondo si avvia verso la transizione per ridurre al minimo le emissioni di gas serra e contenere l’aumento delle temperature, esiste un limite del carbonio che possiamo ancora emettere in atmosfera prima che si raggiunga un punto di non ritorno. È il “carbon budget”, un indicatore coniato dagli esperti che possiamo intendere come “bilancio di CO2”.
Per contenere il riscaldamento globale entro i 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, come auspica l’Accordo di Parigi sul clima, bisogna tener conto che esiste una soglia da non oltrepassare. L’atmosfera terrestre, come gli oceani e la biomassa terrestre, ha in realtà un limite di assorbimento della CO2 che viene emessa sul pianeta. In uno scenario normale, la Terra può contare sui propri serbatoi naturali, ovvero le foreste e gli oceani, ma oggi la concentrazione di gas serra e l’abuso di risorse hanno compromesso questo processo, con il risultato che la capacità di assorbimento non è sufficiente per contenere le emissioni.
Per farci un’idea, tra il 2010 e il 2019 gli ecosistemi terrestri hanno assorbito 12,5 gigatonnellate di CO2 e gli oceani 9,2 all’anno, secondo il Global Carbon Project. Ma questi immensi serbatoi non riescono più a stare al passo con i gas serra che immettiamo costantemente in atmosfera, complici il tasso incessante di deforestazione, la crescita costante della popolazione globale – e la richiesta sempre maggiore di risorse – e il riscaldamento degli oceani.
Secondo il think tank Mcc, in base ai dati del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), a partire dalla fine del 2017 restano massimo 420 gigatonnellate di CO2 per mantenere l’aumento entro gli 1,5 °C, cioè 42 gigatonnellate all’anno (1.332 tonnellate al secondo). Sarebbe questo il carbon budget che abbiamo a disposizione secondo gli esperti. Tuttavia, nel 2019 abbiamo emesso globalmente ben 52,4 gigatonnellate di CO2, come avverte l’Emissions gap report delle Nazioni Unite, per un valore totale di 59,1 calcolando anche quelle legate ai cambiamenti nell’uso del suolo (per prima la deforestazione).
Con il trend degli ultimi anni, escludendo il 2020 che ha visto un drastico calo delle emissioni in seguito alle misure cautelari imposte con l’emergenza Covid-19, nel 2027 avremo già esaurito il carbon budget anche per restare entro i 2 °C. Il rapporto Sr15 dell’IPCC è invece più ottimista, stimando un carbon budget di 495 gigatonnellate di CO2, anche se in questo modo avremo soltanto il 50% delle probabilità di contenere il riscaldamento globale negli 1,5 °C.
Il Global Budget Report 2020 ha stimato che la Terra potrebbe esaurire il carbon budget stimato da oggi al 2100 entro i prossimi 10 anni, secondo il trend attuale di emissioni. Senza una riduzione dal 25% al 50% entro il 2030, la temperatura globale salirebbe oltre gli 1,5 °C, portando a cambiamenti drammatici come un significativo innalzamento del livello del mare, modelli meteorologici compromessi, problemi di insicurezza alimentare e idrica, conflitti e migrazioni.
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