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È la prima conferma ufficiale, lo scioglimento dei due principali ghiacciai non si arresterà più.
I due maggiori ghiacciai antartici stanno andando incontro al declino definitivo, con il rischio di un innalzamento degli oceani di oltre 3 metri. I due giganti Pine Island e Thwaites hanno ufficialmente raggiunto il punto di non ritorno, secondo gli scienziati, con un tasso di scioglimento ormai inarrestabile. L’ipotesi del collasso era già leggibile dalle osservazioni e dai segnali raccolti dai satelliti, ma oggi potremmo avere la conferma definitiva.
Secondo i ricercatori, lo scioglimento di questi due grandi ghiacciai nell’Antartide occidentale potrebbe portare al declino dell’intera calotta glaciale della regione, che condurrebbe ad un massiccio innalzamento dei mari. Il modello elaborato dal team dell’Università di Northumbria, guidato da Sebastian Rosier e pubblicato su Cryosphere, suggerisce che l’aumento del livello del mare potrebbe superare i 3 metri.
“La possibilità che Pine Island fosse entrato in una fase instabile di ritiro era già stata sollevata, ma il nostro studio è il primo a confermare che ha superato questa soglia critica”, osserva Rosier. Insieme, Pine Island e Thwaites sono sotto stretta osservazione da molti anni, per il loro significativo contributo all’innalzamento dei mari del 10% circa.
Il ricercatore dell’Enea e docente di Geografia fisica presso l’università di RomaTre Massimo Frezzotti spiega che “finora i modelli glaciologi non erano riusciti a riprodurre i dati emersi con le osservazioni satellitari”. È grazie al nuovo modello che si è potuti risalire agli indicatori di allerta: “le soglie limite sono già state superate per via dell’ingresso di acque calde dall’oceano”, afferma Frezzotti.
La temperatura delle acque nella regione antartica si trova ad una soglia preoccupante di -2 gradi, “ma ora stanno entrando acque di 2-3 gradi, con grande temperatura di fusione”. Ed è proprio nei punti dove queste acque calde entrano in contatto con il ghiaccio che si verifica lo scioglimento maggiore, evidenziano i dati.
Il ritiro della piattaforma glaciale nell’Antartide occidentale è favorito da un processo di feedback positivo, dove man mano che la base galleggiante perde ghiaccio, le acque di fusione calde penetrano più in profondità, contribuendo ulteriormente allo scioglimento della piattaforma. L’aumento costante delle temperature sta rendendo questo fenomeno irreversibile e lo stesso sta accadendo, probabilmente, ai ghiacci dell’Artico.
L’Antartide e la Groenlandia “sono i motori freddi del pianeta”, commenta Frezzotti, che sebbene siano percepiti da noi così lontani, hanno un impatto generale sul resto del pianeta. “Se si riscaldano, tutta la circolazione si scalda, e si passa da una situazione stabile ad una fase instabile”. Le conseguenze sarebbero drammatiche: in italia, ad esempio, Venezia sarebbe sommersa. Ma è soltanto uno dei numerosi effetti di questo declino, alcuni dei quali sono ancora sconosciuti.
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