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Annunciato a un giorno di distanza dal summit voluto da Biden per presentare gli obiettivi climatici aggiornati.
L’Unione Europea si impegnerà a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% anziché il 40% entro il 2030. L’accordo di Bruxelles è stato raggiunto in vista del summit internazionale indetto dal presidente degli USA Joe Biden, dopo 15 ore di contrattazione tra i Paesi europei e la Commissione. L’obiettivo è di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, puntando ad un futuro sempre più green.
Se la ratificazione del piano da parte del Parlamento appare ormai definitiva, persistono alcune controversie tra gli Stati europei sulle strategie da adottare nella transizione ecologica e sul conteggio delle emissioni. Il rapporto pubblicato dall’European Council of Foreign Relations evidenzia alcune disomogeneità tra i vari Paesi sull’approccio nel raggiungimento delle emissioni zero, in particolare riguardo alla carbon tax pensata per tracciare le emissioni nocive extra-UE, il ruolo del nucleare nel mix energetico futuro e la transizione delle industrie fondate su un alto consumo di carbonio.
In vista dei grandi finanziamenti europei in arrivo, la Commissione dovrebbe annunciare a breve gli aggiornamenti riguardo i sistemi di produzione energetica che potranno beneficiarne. La cosiddetta “tassonomia” degli investimenti verdi è oggetto di discussione da anni, soprattutto nel caso della classificazione dell’energia nucleare e del gas naturale. Ciò potrebbe rallentare alcune misure o affidare ai singoli stati la questione.
Per giugno è invece programmato l’arrivo di un pacchetto leggi per i piani di riforestazione, nuovi obiettivi di rinnovabilità energetica, mercato del carbonio europeo, misure restrittive per l’inquinamento delle auto, tasse sull’inquinamento e progetti per carburanti alternativi come la certificazione dell’idrogeno.
Nel frattempo, il 22 aprile, peraltro istituita Giornata della Terra, avrà luogo il vertice voluto da Biden per annunciare gli obiettivi di riduzione delle emissioni dei 40 capi di stato invitati in vista della COP26. Restano però le incertezze su Cina, India, Brasile e Russia, che potrebbero ancora ostacolare la spinta verso piani più ambiziosi, sebbene questi costituiscano insieme il 40% delle emissioni globali.
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