Sai cosa respiri? Il glossario della qualità dell’aria

Tempo di lettura: 4 minuti.

Quali sono i composti chimici che respiriamo quotidianamente dentro e fuori casa.

Per ogni essere umano respirare è un bisogno vitale, un’azione che spontanea e quasi inconsapevole che si traduce in circa 20.000 inspirazioni ed espirazioni nell’arco di una giornata. Mediamente il nostro organismo riceve ogni 24 ore il 78% di azoto, il 21% di ossigeno e l’1% di argon. Tuttavia, numerose sostanze chimiche, insieme all’anidride carbonica che noi stessi produciamo, arrivano nei nostri polmoni, molte delle quali nocive per la nostra salute.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci ricorda le sostanze con gli effetti più significativi sul benessere umano: il particolato (PM), l’ozono (O3), il biossido di azoto (NO2), il biossido di zolfo (SO2) e il monossido di carbonio (CO). Tali sostanze, insieme al benzene (C6H6), il benzo(a)pirene (BaP), gli idrocarburi aromatici policiclici (IPA) e alcuni metalli, costituiscono una minaccia certa per il nostro organismo, in base ad un’esposizione nel breve o lungo termine.

Dunque, cosa respiriamo davvero dentro e fuori casa?

Particolato (PM10, PM2,5)

È un pulviscolo aerodisperso che si presenta sia in luoghi chiusi che all’aperto, prodotto principalmente da fuliggine, processi di combustione, fonti naturali. Parliamo di polveri sottili quando il particolato si aggira intorno ai 2,5 micron di dimensioni, di ultrafini se le dimensioni sono comprese tra gli 1 e gli 0,1 micron.

Ozono (O3)

Un gas dall’odore pungente composto da molecole instabili e derivante dalla reazione tra ossido di azoto, composti organici volatili e raggi solari.

Ossido e biossido di azoto (NOx e NO2)

Si tratta di gas comuni nei luoghi aperti, prodotti soprattutto dal traffico veicolare. Nei luoghi chiusi, possono derivare dall’uso del gas per la cucina e i riscaldamenti.

Ossidi di zolfo (SOx)

L’anidride solforosa (SO2) e l’anidride solforica (SO3) sono gas tipici dell’aria esterna. Le loro fonti indoor possono essere radiatori a cherosene, stufe a gas o fumo di sigaretta.

Idrocarburi aromatici policiclici (IPA)

Sono derivati dal petrolio contenenti agenti cancerogeni e prodotti principalmente da caldaie a cherosene, combustione dei camini a legna, cottura alla griglia e fumo di sigaretta.

Benzene (C6H6)

Una sostanza appartenente agli IPA. Fuori casa proviene essenzialmente dalla benzina, mentre indoor può derivare da colle, solventi, vernici o fumo di sigaretta.

Benzo(a)pirene (BaP)

Un’altra tipologia di IPA derivante dalla combustione incompleta di derivati del petrolio. In casa può essere prodotto anche dal cibo.

Monossido di carbonio (CO)

È tra i gas inquinanti di maggior rilevanza, che in concentrazioni elevate può essere mortale. Deriva dalla combustione di incompleta di qualsiasi materiale organico e la sua inalazione è spesso impercettibile per la mancanza di colore e odore.

Composti organici volatili (COV)

Derivano dagli idrocarburi e sono piuttosto diffusi nei cosmetici, materiali da pulizia, colle, solventi e vernici. I più comuni indoor sono il limonene, il toluene e la formaldeide.

Formaldeide

Il più rilevante dei COV per grado tossicologico e mutageno, presente soprattutto nei luoghi chiusi. È implicato comunemente nelle resine per tappezzerie e arredamenti.

Fumo di tabacco ambientale (ETS)

Un inquinante che predomina negli ambienti chiusi, soprattutto a causa della combustione di tabacco. Viene inalato da fumatori e chi sta accanto ad essi, comprende circa 4000 composti chimici diversi in formato gassoso.

Amianto

Si tratta di un minerale bandito in Italia dal 1992. Contiene fibre cancerogene, ma è ancora presente nei tetti degli edifici, pavimenti, tubature e coibentazioni.

Agenti microbiologici

Si presentano sotto forma di virus, batteri, muffe, lieviti, funghi, protozoi, alghe, insetti e pollini. Negli ambienti indoor sono diffusi da animali e esseri umani.

Acari

Minuscoli insetti antropodi che si annidano principalmente nella polvere domestica. Possono causare allergie a causa delle sostanze contenute nei loro escrementi.

Derivati epidermici di animali domestici

Un’altra fonte di allergeni indoor causata dalla diffusione nell’aria di particelle di saliva, urina e residui epidermici di cani, gatti, uccelli, ma anche scarafaggi.

Muffe

Funghi microscopici che si formano in seguito alla scarsa ventilazione degli ambienti chiusi e all’umidità. Crescendo, producono spore che si disperdono nell’aria.

Radon

Un gas radioattivo derivante dal decadimento dell’uranio e del torio. Si trova in ambienti anche chiusi ed è caratterizzato da una diffusione molto rapida.

Danni dell’inquinamento atmosferico

Ogni anno, circa 7 milioni di persone muoiono prematuramente a causa dell’inquinamento atmosferico generato dalla concentrazione di queste sostanze nocive, principalmente derivanti dall’attività antropica, secondo l’OMS. L’esposizione a lungo termine – dentro e fuori casa – alle sostanze sopraelencate può dare luogo allo sviluppo di patologie respiratorie, cardiovascolari, tumori, incidere sulla fertilità e provocare numerosi altri danni.

Le fonti primarie di questa preoccupante forma di inquinamento sono le industrie, l’agricoltura, i trasporti, gli allevamenti, ma anche molte attività che si svolgono ogni giorno all’interno delle nostre abitazioni. Neanche in casa, infatti, dove trascorriamo più tempo anche a causa della pandemia da Covid-19, siamo al sicuro, avverte l’OMS. In media, le stime suggeriscono che passiamo quasi il 90% del nostro tempo in luoghi chiusi, dove gli inquinanti tendono a concentrarsi. Valori peraltro in crescita, secondo i dati di Casaclima e Ispra.

Dentro casa e negli ambienti chiusi il danno è costituito soprattutto dalla combinazione di più fattori, ovvero agenti chimici, fisici e biologici. Senza contare la frequente mancanza di circolazione dell’aria, la concentrazione di più persone nello stesso ambiente, le strutture che inibiscono un’adeguata ventilazione e quindi peggiorano le condizioni dell’aria che respiriamo ogni giorno.

Il concetto di “aria viziata” ha assunto probabilmente una maggiore rilevanza con la pandemia, che ci invita a favorire il ricircolo dell’aria negli ambienti chiusi. Questa operazione, però, può significare un maggiore ingresso di sostanze inquinanti dall’esterno, soprattutto in aree dove si concentra il traffico o vicine a zone industriali.

Negli ambienti chiusi un altro rischio considerevole è costituito dagli agenti microbiologici. Come abbiamo ben memorizzato con il Covid-19, virus e i patogeni sono tra le cause più comuni di malattie infettive a carattere epidemico, dalla facile propagazione in condizioni di poca ventilazione e concentrazione di persone.

Inquinamento indoor: un rischio sottovalutato

La qualità dell’aria indoor è un tema centrale nelle politiche dell’OMS, che ha istituito a tal proposito una serie di norme guida per gli stati membri, almeno per le sostanze più pericolose (benzene, IPA con benzo[a]pirene, naftalene, monossido di carbonio, tricloroetilene e tetracloroetilene). Non tutte le nazioni, però, hanno indicato la qualità dell’aria indoor tra le priorità politiche e tra queste c’è anche l’Italia.

Nel nostro Paese non esistono attualmente leggi che regolano l’inquinamento dell’aria indoor, se non un piccolo vademecum prodotto dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2017. Occorre invece definire al più presto le norme per ridurre la concentrazione delle sostanze più pericolose e informare le persone riguardo i rischi legati a questa forma di inquinamento, in Italia come in altri paesi, per la salute e per l’ambiente.  

Fonte: Lifegate

Articolo di Erika del 26 Aprile 2021 alle ore 19:45

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