Stop alla plastica monouso dal 3 luglio: cosa prevede il divieto UE

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Gli stati membri dovranno adottare misure definitive per impedire l’immissione sul mercato di alcuni prodotti di plastica monouso. Nessun cambiamento per i dispositivi anti-Covid.

Dal 3 luglio entrerà ufficialmente in vigore il divieto della plastica monouso in Europa, in base alla direttiva dell’Unione che punta a ridurre al minimo i rifiuti di plastica nell’ambiente e ad incentivare l’utilizzo di materiali riciclati. Lunedì 31 maggio la Commissione Europea ha definito le nuove linee guida relative al bando, che rientra in un piano d’azione mirato per il passaggio all’economia circolare e allo sviluppo sostenibile.

Il divieto punta soprattutto a ridurre i rifiuti marini, che per l’80% sono costituiti da plastica, e che si accumulano nei mari uccidendo migliaia di animali e contaminando la catena alimentare umana. Tonnellate di rifiuti di plastica vengono rinvenuti periodicamente nello stomaco di tartarughe marine, foche, balene, uccelli, pesci e molluschi e costituiscono inevitabilmente una minaccia anche per la salute delle persone.

“La plastica è un materiale pratico, utile e prezioso”, osserva la Commissione europea, “ma dobbiamo imparare a utilizzarla meglio”. Nel momento in cui diventa rifiuto, la plastica è in grado di provocare gravi danni all’ambiente e di conseguenza all’economia, minacciando la pesca, il turismo, le risorse e la salute.

microplastiche in mare

Con la nuova direttiva l’UE vuole porsi in prima linea nella lotta globale contro i rifiuti marini, partendo da un provvedimento essenziale, che andrebbe di pari passo con la spinta nella produzione di alternative sostenibili e rientra anche nel piano per le emissioni zero, riducendo l’inquinamento derivante dalla produzione di plastica da materiali vergini.

Gli stati membri saranno quindi obbligati dal 3 luglio 2021 ad adottare misure specifiche per impedire l’immissione di alcuni prodotti di plastica monouso sul mercato UE, per i quali esistono già delle alternative più sostenibili. Tra i prodotti banditi troviamo i bastoncini cotonati non biodegradabili, stoviglie e posate di plastica, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, contenitori per alimenti e bevande in polistirene espanso e tutti i prodotti in plastica oxo-degradabile.

Altri prodotti prevedono invece l’obbligo di etichettatura apposita che informi il consumatore sulla presenza di plastica e sul corretto smaltimento del prodotto. Si applica ad esempio a prodotti per l’igiene personale come salviette umidificate e assorbenti igienici, filtri per il tabacco e prodotti correlati, attrezzi da pesca.

Nessun cambiamento invece per i dispositivi di protezione individuale come mascherine e guanti monouso, il cui utilizzo e dispersione nell’ambiente sono aumentati esponenzialmente dall’inizio della pandemia da Covid-19. Stime recenti suggeriscono che soltanto nel 2020 siano finite negli oceani circa 1,5 miliardi di mascherine, ma al momento l’uso di questi dispositivi resta soggetto alle “disposizioni più generali della legislazione dell’UE in materia di rifiuti (direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti)”.

Articolo di Erika del 02 Giugno 2021 alle ore 17:39

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