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Sondaggio Ipsos: il 75% dei giovani tra i 15 e i 35 anni si dichiara motivato a vivere in modo sostenibile per far fronte ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale.
I giovani in Europa sono più preoccupati per i cambiamenti climatici e le problematiche ambientali che per le malattie infettive. A dirlo è un sondaggio realizzato da Ipsos per la campagna di comunicazione europea #ClimateOfChange, dal quale emerge la predisposizione di una grande fetta di giovani europei a “cambiare e consolidare le proprie abitudini di vita in funzione della difesa dell’ambiente e del contrasto al cambiamento climatico”. In particolare, nella fascia 15-35 anni d’età il 75% si dice mediamente o molto motivato a vivere in modo sostenibile.
Dalle analisi più recenti il degrado ambientale e la crisi climatica, insieme al rischio di epidemie, risultano tra le minacce peggiori che il mondo deve affrontare – il Global Risks Report 2021 ha classificato le malattie infettive al primo posto, seguite subito dai cambiamenti climatici. Tuttavia, soltanto il 36% dei giovani europei esprime maggiore timore per la diffusione dei virus.
L’indagine evidenzia una buona propensione a differenziare i rifiuti (79%), fare attenzione al risparmio energetico a casa (78%), evitare gli sprechi alimentari (80%). Per quanto riguarda le abitudini alimentari, l’85% dei giovani ha una dieta che comprende carne e pesce, il 5% mangia soltanto pesce, mentre i vegetariani costituiscono il 6%. Infine il 37% acquista abitualmente prodotti biologici e del commercio equo e solidale.
I giovani europei si dicono poi consapevoli delle problematiche legate ai cambiamenti climatici e del loro impatto socio-economico, quale ad esempio il fenomeno delle migrazioni legate agli eventi meteorologici estremi, le inondazioni, le siccità. Appaiono inoltre predisposti ad attuare piani d’azione incisivi a difesa dell’ambiente, con il 55% degli intervistati d’accordo sulla possibilità delle comunità di poter migrare a causa di drastici cambiamenti ambientali che minacciano la sopravvivenza. In particolare, il 50% dei giovani europei ritiene che i migranti climatici debbano avere la stessa protezione legale dei rifugiati di guerra o persecuzioni.
Dal sondaggio risulta frequente la preferenza di voto per gli esponenti politici che danno priorità alla risoluzione delle problematiche ambientali, con il 25% degli under 35 interessati. In generale, le donne risultano più motivate a vivere in modo sostenibile (22%) rispetto agli uomini (15%), come anche i giovani con un livello di istruzione più elevato (21%) rispetto a coloro con un livello di istruzione minore (11%). La motivazione è maggiore anche nelle aree urbane (20%) rispetto alle aree rurali (16%), e tra coloro che hanno votato alle elezioni più recenti (21%) rispetto a coloro che si sono astenuti dal voto (11%).
La posizione dei giovani a livello europeo appare infine più incline alla sostenibilità nel settore meridionale (23%) rispetto a quello occidentale e dell’est (17%). In Italia, ben l’81% dei giovani considera le nostre abitudini di consumo inadeguate per la tutela dell’ambiente e un percorso sostenibile.
Nel quadro complessivo, WeWorld evidenzia un “forte legame tra il livello di motivazione a vivere in modo sostenibile e la consapevolezza in materia di cambiamenti climatici e migrazioni climatiche”. Il responsabile italiano Stefano Piziali conclude infine che “ora più che mai occorre il coinvolgimento delle generazioni più giovani” per attuare misure di mitigazione e adattamento a lungo termine per far fronte a questa crisi, che richiedono interventi immediati nelle politiche globali.
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