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L’isola ospiterà circa 35.000 persone e proteggerà Copenaghen dalle future inondazioni dovute all’innalzamento del livello del mare.
Un’enorme isola artificiale per proteggere Copenaghen dall’innalzamento del livello del mare e ospitare 35.000 persone: è il progetto edilizio più grande mai realizzato dalla Danimarca, approvato il 4 giugno dal parlamento danese. Lynetteholm avrà un’estensione di 2,8 chilometri quadrati e sarà costruita a nord dell’isola di Refshaleoen, l’ex area industriale della capitale. Ma il progetto, approvato con soli 85 voti favorevoli, preoccupa gli ambientalisti e la Svezia per l’impatto sull’ecosistema locale e sul territorio.
Il progetto di Lynetteholm era stato annunciato per la prima volta nel 2018 dall’ex primo ministro conservatore Lars Løkke Rasmussen e dall’ex sindaco di Copenaghen Frank Jensen. Pensata in parte come piano di protezione costiera, la costruzione impedirebbe future inondazioni di Copenaghen attraverso una diga e al contempo contrasterebbe l’aumento dei prezzi delle abitazioni legati alla domanda crescente.
La realizzazione dell’isola costerà alla Danimarca circa 20 miliardi di corone (circa 2,6 miliardi di euro) e i lavori dovrebbero terminare nel 2070, secondo le stime. Almeno 20.000 abitazioni ospiteranno circa 35.000 persone e l’isola sarà collegata alla capitale danese da una linea metropolitana, un tunnel portuale e una tangenziale.
L’ambizioso progetto danese sta però sollevando forti polemiche in merito ai rischi legati all’enorme costruzione artificiale, che produrrebbe nuove fonti di inquinamento. Gli ambientalisti, preoccupati per l’impatto sulla qualità dell’acqua e sugli ecosistemi locali, hanno protestato fuori alla sede del Folketing (il parlamento danese), denunciando la mancanza di una valutazione adeguata delle conseguenze ambientali del progetto più grande della storia del Paese.
Anche la Svezia ha espresso il suo dissenso invitando il governo danese al rispetto della Convenzione di Espoo e della Valutazione ambientale strategica per quanto riguarda gli impatti transfrontalieri sull’ambiente nei Paesi vicini. Le Valutazioni di impatto ambientale (Via) hanno peraltro riguardato soltanto la costruzione stessa dell’isola, escludendo gli impatti delle infrastrutture, delle abitazioni e degli altri progetti urbanistici previsti, cosa che ha condotto l’iniziativa davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.
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