Siberia in fiamme: +34 °C nel villaggio di Babbo Natale e incendi visibili dallo spazio

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La storia in Siberia si ripete, forse anche più drammatica dell’anno scorso, con vasti incendi che stanno divorando migliaia di ettari di foreste e alzando colonne di fumo visibili dallo spazio. L’ondata di caldo anomalo che ha investito il Circolo Polare Artico sta portando le temperature a livelli record nella regione, con picchi di +48 °C e un valore di +34 °C persino nel villaggio di Babbo Natale.  

Attualmente la regione più colpita è la Yakutia, nota per le temperature invernali più basse del mondo (arrivano addirittura a -60°C). Il programma Copernicus ha immortalato enormi nubi di fumo denso sull’area, che superano un’estensione di 4 milioni di km2. A contribuire i forti venti secchi, che stanno rallentando le operazioni di spegnimento e alimentando le fiamme che si espandono senza sosta.

Secondo il ministero delle emergenze nella Repubblica di Sakha, il 5 luglio c’erano più di 250 incendi sparsi su un’area di 3.500 km2 circa. Nel frattempo l’aria sta raggiungendo livelli preoccupanti di tossicità, mentre la coltre di fumo si espande su tutto il territorio.

Si tratta della seconda estate consecutiva che la Siberia si trova a vivere un caldo estremo e vasti incendi nel mese di luglio. Secondo gli esperti, la stagione potrebbe addirittura rivelarsi peggiore di quella del 2020, con gli incendi che potrebbero durare ancora diverse settimane.

Leggi anche: Ondata di caldo estremo in Nord America: “impossibile senza cambiamento climatico”

I dati della missione Copernicus sono a dir poco allarmanti: nelle ultime settimane il Circolo Polare Artico ha raggiunto il record di +48 °C a causa di un’inaspettata e persistente ondata di calore, mentre la temperatura superficiale della regione russa ha ampiamente superato i +35°C nel primo giorno d’estate. Già nel mese di maggio le temperature nella regione artica avevano superato i +30 °C, contribuendo al rilascio di metano nell’atmosfera e quindi riscaldando ancora di più le temperature.

Le ondate di calore nella regione artica sono guidate principalmente dal cambiamento climatico legato all’attività umana, secondo studi recenti. Senza il contribuito dei gas serra di origine antropica e il conseguente riscaldamento globale, questi eventi avrebbero centinaia di probabilità in meno di verificarsi. Le ultime analisi suggeriscono invece che ciò che sta accadendo in Siberia, come in Canada, potrebbe diventare più comune anche in altre regioni dell’emisfero settentrionale.  

Articolo di Erika del 09 Luglio 2021 alle ore 18:28

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