COP26: nessun passo avanti sul carbone al Vertice sul clima

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Si è svolto in questi giorni il Vertice sul clima in vista della COP26, che ha visto riuniti a Londra i rappresentanti di oltre 50 paesi in seguito alla convocazione del presidente designato Alok Sharma, per discutere delle questioni più critiche in tema ambientale prima della conferenza di novembre. In primo luogo i vari paesi hanno confermato l’intenzione di puntare all’obiettivo più ambizioso stabilito dall’Accordo di Parigi, ovvero di contenere il riscaldamento globale entro +1,5 °C.

Tra i punti salienti emerge la questione dei 100 miliardi di dollari all’anno che i paesi più sviluppati avevano promesso di stanziare in favore di quelli meno ricchi per il contrasto all’emergenza climatica, ma che non sono mai arrivati. Saranno Germania e Canada a gestire questi fondi, un’azione “essenziale per sostenere i paesi in via di sviluppo nella riduzione delle emissioni di gas serra e nell’adattamento ai cambiamenti climatici”, ha affermato il segretario di Stato tedesco, Jochen Flasbarth.

C’è poi la discussione sull’articolo 6 dell’Accordo riguardante i mercati del carbonio, su cui i ministri di Singapore e della Norvegia hanno stabilito un successivo incontro informale per giungere ad un accordo. Restano però aperti molti temi, soprattutto sulla decarbonizzazione dei paesi, in un quadro che dopo i negoziati dei ministri del G20 appare ancora una volta deludente.

“Non siamo stati in grado di convincere tutti i paesi ad accettare l’eliminazione graduale dell’energia a carbone, il che è stato molto deludente” ha osservato il presidente Sharma, avvertendo che senza un accordo per la graduale eliminazione del carbone dall’economia raggiungere l’obiettivo di +1,5 °C sarà “estremamente difficile”.

Le speranze ricadono quindi sul vertice di Roma del G20 programmato per il 30 e il 31 ottobre, la prossima occasione cruciale per una possibile risoluzione della complessa questione del carbone. Il summit sarà una tappa fondamentale per definire ulteriormente l’impegno delle maggiori economie mondiali e dei paesi responsabili dell’85% delle emissioni globali, in vista della COP26 di Glasgow.

Articolo di Erika del 27 Luglio 2021 alle ore 18:25

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