Seabed 2030: mappare tutti i fondali oceanici entro il 2030.

Circa il 70% della superficie della Terra è ricoperta di acqua, eppure dei fondali dei nostri oceani conosciamo ancora pochissimo. Mentre la superficie della Luna è stata mappata nella sua interezza a una risoluzione di 7 metri!

Il progetto Seabed 2030 ha come obiettivo proprio la mappatura del 100% dei fondali oceanici entro il 2030, utilizzando dati certificati, acquisiti da navi oceanografiche, enti governativi, istituzioni private.

Lo stato da cui si è partiti, nel 2017, era peraltro estremamente sconfortante: solo il 6% degli oceani risultava mappato con metodologie moderne e standardizzate.
I progressi sono stati quindi notevoli, con un incremento rispetto al 2020 pari a metà della superficie degli Stati Uniti.

Ci si potrebbe chiedere quali siano le motivazioni alla base di tale sforzo internazionale. Le ragioni principali sono di natura scientifica e commerciale.

Da un lato, mappe dettagliate aiutano e rendono più sicura la navigazione, facilitando la posa di cavi e condutture sottomarine; dall’altro la mappatura aggiornata e completa dei fondali contribuisce a ricostruire il percorso delle correnti sottomarine (direttamente influenzate dalla topografia dei fondali), e serve a costruire modelli di previsione climatica sempre più accurati.

Nonostante il rallentamento subito nel periodo relativo alla pandemia COVID, il team di Seabed è ottimista e speranzoso di raggiungere l’obiettivo del 100% entro la data prevista.