Per le barriere coralline artificiali, il tempo non è abbastanza

Alcuni studi stanno cercando di capire qualora le cosiddette “barriere coralline artificiali” possano, un giorno, sostituire quelle naturali.

Navi naufragate, veicoli di guerra dispersi in mare, antiche sculture e ogni altro oggetto artificiale che si trova nei fondali marini sono ormai casa di diverse specie di animali, ma potranno, un giorno, prendere il posto delle attuali barriere coralline?

Dall’Università di Groningen (Olanda) arriva la risposta: la studentessa Claudia Hill, dopo essersi interessata di alcune rovine di pietra affondate circa 200 anni fa, scrive nel suo rapporto che, a differenza delle barriere coralline adiacenti, l’oggetto del suo studio presentava specie di coralli differenti e molto meno varie.

Per raggiungere i livelli di biodiversità presenti nei cosiddetti reef, dunque, due secoli non sono abbastanza.

Il timore degli studiosi è che il tempo non basti: infatti, considerando l’andamento con cui la barriere coralline si stanno spegnendo, molto probabilmente non si riuscirebbe a raggiungere numero e varietà di coralli.

La lezione che ne segue è che, finché il tempo ce lo permette, le barriere coralline debbano essere preservate nel migliore dei modi, senza correre il rischio di trovarsi un giorno, malauguratamente, con la totale assenza di coralli nel mondo.