Ipotesi ondate di calore “nominate” come le tempeste

Tempo di lettura: 2 minuti.

Classificare gli eventi di caldo estremo sarebbe necessario, soprattutto quando si protraggono per oltre una settimana.

In seguito alle ultime due ondate di calore che hanno causato il caos in Grecia, martoriata da quasi 600 incendi, e creato condizioni particolarmente pericolose anche in Italia, Turchia e Algeria, si fa strada l’ipotesi di nominare gli eventi di caldo estremo come si fa con le tempeste tropicali, con l’intento di una classificazione più accurata di questi episodi in aumento a causa della crisi climatica.

Il caldo eccezionale ha scatenato incendi fuori controllo e messo in crisi la gestione dell’emergenza da parte del governo greco, dove il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha annunciato un pacchetto di aiuti di 500 milioni di euro in seguito alle pesanti critiche. L’allarme ha spinto Atene a nominare un Chief Heat Officer, Eleni Myrivili, una novità sia a livello europeo che mondiale, per gestire appunto gli eventi di caldo estremo.

Ma potrebbe essere in arrivo un’altra iniziativa, che potrebbe cambiare l’atteggiamento generale e la visibilità di questi eventi estremi. L’Osservatorio meteorologico nazionale e le autorità stanno infatti ragionando sulla possibilità di nominare le ondate di calore allo stesso modo in cui vengono classificate le tempeste tropicali, dando potenzialmente una maggiore consapevolezza dell’entità degli eventi estremi sia alla popolazione sia a chi li gestisce.

“L’idea di rendere più visibili le ondate di calore nominandole e classificandole in termini di gravità aiuterebbe le persone a capire il pericolo che incombe, consentendo a chi prende le decisioni di attivare politiche che proteggano al meglio la popolazione”, afferma Myrivili.

Il processo potrebbe però rivelarsi più complesso rispetto alle tempeste, secondo Kostas Lagouvardos, meteorologo capo dell’Osservatorio, poiché la categorizzazione delle ondate di calore implica necessariamente la misurazione della distribuzione della temperatura e la densità della popolazione. La differenza sta anche nella previsione di intensità e durata, che invece è più facile rispetto alle tempeste, ma necessita comunque di una classificazione, secondo gli esperti, specialmente nei casi in cui si protraggono per più di una settimana, come accaduto in Grecia.