La scarsa qualità dell’aria accorcia le nostre vite di una media di 2,2 anni, arrivando addirittura a 6 anni nei sobborghi indiani.
Il nuovo rapporto dell’Università di Chicago dimostra che un’aria particolarmente inquinata può essere più pericolosa del fumo, degli incidenti stradali e addirittura delle guerre.
Lo studio prende in considerazione i dati raccolti durante il lock-down dell’anno scorso, mostrando quindi livelli di inquinamento simili a quelli che si dovrebbero raggiungere a seguito dell’applicazione delle adeguate politiche atte a ridurre le emissioni dannose.
La situazione durante condizioni di vita normali, però, è decisamente preoccupante: infatti, l’inquinamento riduce le nostre vite di almeno 2,2 anni di vita, mentre in alcune zone in cui i livelli si alzano vertiginosamente, come l’India, si arriva ad addirittura 6 anni di vita in meno.
Nonostante le statistiche spaventose, dai risultati delle ricerche traspare un dato molto positivo: la Cina, negli ultimi 8 anni, ha applicato politiche contro l’inquinamento in maniera quasi impeccabile, riuscendo a “riguadagnare” circa un anno e mezzo di vita.
Il team di ricercatori a capo di questo studio ha concluso affermando che, proprio grazie ai vari lock-down imposti dalla pandemia, diversi Stati stanno iniziando a trovare soluzioni sempre meno inquinanti in grado di rimpiazzare i combustibili fossili, in modo tale da garantire alla popolazione un futuro decisamente più roseo.
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